Per segnalazioni di grazie ricevute attraverso l'intercessione della Beata

o per ulteriori informazioni, non esitate a contattare la Diocesi di Padova:

"Diocesi di Padova - Ufficio per le cause dei Santi - postulatore Mons. Pietro Brazzale"

(via Dietro Duomo, 15 - 35139 PADOVA; tel. 0498226111 - fax 049.822615 mail info@diocesipadova.it)

Beata Eustochio

Beata Eustochio
Beata Eustochio, Vergine patavina, Prega per Noi!

mercoledì 8 dicembre 2010

L'Avvento tempo di Grazia e Conversione.

Fratelli, oggi si è celebrata l'immacolata concezione della Beata Vergine Maria, potete star certi che le numerose richieste di preghiera giunteci tramite posta sono state messe nelle mani della Madonna ed ella non verrà meno alle sue promesse!
Che gioia sapere che in Cielo abbiamo una madre santa e immacolata che stravede per i suoi figli! E ne abbiamo davvero bisogno! Maria è una donna, come tante altre, ma in Lei noi tutti abbiamo ricevuto la Speranza di essere "immacolati". Ella per Grazia fu preservata da ogni macchia di peccato, noi dopo di Lei beneficiamo dello stesso dono in virtù della morte redentrice del Signore. Maria era del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo prima ancora di venire al mondo, noi siamo di Dio mediante la fede ricevuta nel battesimo. Grande Dono, grande segno per il mondo! Sovente si parla della santità e dei molti privilegi accordati alla vergine Maria, ma questo serve a poco, si proprio così: mettere su di un piedistallo Maria è un modo per allontanarla da noi! Come giova poter capire che Maria fu donna come le altre capace di amare e soffrire, e davvero l'ha fatto molto! Ai piedi della Croce Maria acquista una dignità incomparabile, di vera discepola! Ella non è madre tanto nella carne quanto piuttosto nello Spirito! Lei ascolta la parola e la conserva nel cuore mettendola in pratica, è un ostensorio vivo della grazia amorevole del Padre. Maria, Donna dell'Avvento, aiutaci a purificare il nostro cuore per generare il Salvatore delle nostre anime, egli verrà, come rugiada, a posarsi sulle nostre aridità, permettici di accoglierlo consapevolmente! Vieni Emmanuele e liberaci dalle schiavitù del peccato e della morte donandoci la Parola che rende liberi. Che Iddio benedica chi opera secondo la sua volontà!

sabato 16 ottobre 2010

Un po' di chiarezza: i sacramentali nella Chiesa Cattolica

(dal Catechismo della Chiesa Cattolica - www.vatican.va)

PARTE SECONDA
LA CELEBRAZIONE DEL MISTERO CRISTIANO

SEZIONE SECONDA
«I SETTE SACRAMENTI DELLA CHIESA»

CAPITOLO QUARTO
LE ALTRE CELEBRAZIONI LITURGICHE

ARTICOLO 1
I SACRAMENTALI

1667 « La santa Madre Chiesa ha istituito i sacramentali. Questi sono segni sacri per mezzo dei quali, con una certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l'effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie circostanze della vita ». 326

I tratti caratteristici dei sacramentali

1668 Essi sono istituiti dalla Chiesa per la santificazione di alcuni ministeri ecclesiastici, di alcuni stati di vita, di circostanze molto varie della vita cristiana, così come dell'uso di cose utili all'uomo. Secondo le decisioni pastorali dei Vescovi, possono anche rispondere ai bisogni, alla cultura e alla storia propri del popolo cristiano di una regione o di un'epoca. Comportano sempre una preghiera, spesso accompagnata da un determinato segno, come l'imposizione della mano, il segno della croce, l'aspersione con l'acqua benedetta (che richiama il Battesimo).

1669 Essi derivano dal sacerdozio battesimale: ogni battezzato è chiamato ad essere una benedizione 327 e a benedire. 328 Per questo anche i laici possono presiedere alcune benedizioni; 329 più una benedizione riguarda la vita ecclesiale e sacramentale, più la sua presidenza è riservata al ministro ordinato (Vescovo, presbiteri o diaconi). 330

1670 I sacramentali non conferiscono la grazia dello Spirito Santo alla maniera dei sacramenti; però mediante la preghiera della Chiesa preparano a ricevere la grazia e dispongono a cooperare con essa. « Ai fedeli ben disposti è dato di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia divina che fluisce dal mistero pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo, mistero dal quale derivano la loro efficacia tutti i sacramenti e i sacramentali; e così ogni uso onesto delle cose materiali può essere indirizzato alla santificazione dell'uomo e alla lode di Dio ». 331

Le varie forme di sacramentali

1671 Fra i sacramentali ci sono innanzi tutto le benedizioni (di persone, della mensa, di oggetti, di luoghi). Ogni benedizione è lode di Dio e preghiera per ottenere i suoi doni. In Cristo, i cristiani sono benedetti da Dio Padre « con ogni benedizione spirituale » (Ef 1,3). Per questo la Chiesa impartisce la benedizione invocando il nome di Gesù, e facendo normalmente il santo segno della croce di Cristo.

1672 Alcune benedizioni hanno una portata duratura: hanno per effetto di consacrare persone a Dio e di riservare oggetti e luoghi all'uso liturgico. Fra quelle che sono destinate a persone – da non confondere con l'ordinazione sacramentale – figurano la benedizione dell'abate o dell'abbadessa di un monastero, la consacrazione delle vergini e delle vedove, il rito della professione religiosa e le benedizioni per alcuni ministeri ecclesiastici (lettori, accoliti, catechisti, ecc). Come esempio delle benedizioni che riguardano oggetti, si può segnalare la dedicazione o la benedizione di una chiesa o di un altare, la benedizione degli olii santi, dei vasi e delle vesti sacre, delle campane, ecc.

1673 Quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l'influenza del maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo. Gesù l'ha praticato; 332 è da lui che la Chiesa deriva il potere e il compito di esorcizzare. 333 In una forma semplice, l'esorcismo è praticato durante la celebrazione del Battesimo. L'esorcismo solenne, chiamato « grande esorcismo », può essere praticato solo da un presbitero e con il permesso del Vescovo. In ciò bisogna procedere con prudenza, osservando rigorosamente le norme stabilite dalla Chiesa. 334 L'esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dall'influenza demoniaca, e ciò mediante l'autorità spirituale che Gesù ha affidato alla sua Chiesa. Molto diverso è il caso di malattie, soprattutto psichiche, la cui cura rientra nel campo della scienza medica. È importante, quindi, accertarsi, prima di celebrare l'esorcismo, che si tratti di una presenza del maligno e non di una malattia.

La religiosità popolare

1674 Oltre che della liturgia dei sacramenti e dei sacramentali, la catechesi deve tener conto delle forme della pietà dei fedeli e della religiosità popolare. Il senso religioso del popolo cristiano, in ogni tempo, ha trovato la sua espressione nelle varie forme di pietà che accompagnano la vita sacramentale della Chiesa, quali la venerazione delle reliquie, le visite ai santuari, i pellegrinaggi, le processioni, la « via crucis », le danze religiose, il Rosario, le medaglie, ecc. 335

1675 Queste espressioni sono un prolungamento della vita liturgica della Chiesa, ma non la sostituiscono: « Bisogna che tali esercizi, tenuto conto dei tempi liturgici, siano ordinati in modo da essere in armonia con la sacra liturgia, derivino in qualche modo da essa, e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano ». 336

1676 È necessario un discernimento pastorale per sostenere e favorire la religiosità popolare e, all'occorrenza, per purificare e rettificare il senso religioso che sta alla base di tali devozioni e per far progredire nella conoscenza del mistero di Cristo. Il loro esercizio è sottomesso alla cura e al giudizio dei Vescovi e alle norme generali della Chiesa. 337

« La religiosità popolare, nell'essenziale, è un insieme di valori che, con saggezza cristiana, risponde ai grandi interrogativi dell'esistenza. Il buon senso popolare cattolico è fatto di capacità di sintesi per l'esistenza. È così che esso unisce, in modo creativo, il divino e l'umano, Cristo e Maria, lo spirito e il corpo, la comunione e l'istituzione, la persona e la comunità, la fede e la patria, l'intelligenza e il sentimento. Questa saggezza è un umanesimo cristiano che afferma radicalmente la dignità di ogni essere in quanto figlio di Dio, instaura una fraternità fondamentale, insegna a porsi in armonia con la natura e anche a comprendere il lavoro, e offre motivazioni per vivere nella gioia e nella serenità, pur in mezzo alle traversie dell'esistenza. Questa saggezza è anche, per il popolo, un principio di discernimento, un istinto evangelico che gli fa spontaneamente percepire quando il Vangelo è al primo posto nella Chiesa, o quando esso è svuotato del suo contenuto e soffocato da altri interessi ». 338

In sintesi

1677 Si chiamano sacramentali i sacri segni istituiti dalla Chiesa il cui scopo è di preparare gli uomini a ricevere il frutto dei sacramenti e di santificare le varie circostanze della vita.

1678 Fra i sacramentali, le benedizioni occupano un posto importante. Esse comportano ad un tempo la lode di Dio per le sue opere e i suoi doni, e l'intercessione della Chiesa affinché gli uomini possano usare i doni di Dio secondo lo spirito del Vangelo.

1679 Oltre che della liturgia, la vita cristiana si nutre di varie forme di pietà popolare, radicate nelle diverse culture. Pur vigilando per illuminarle con la luce della fede, la Chiesa favorisce le forme di religiosità popolare, che esprimono un istinto evangelico e una saggezza umana e arricchiscono la vita cristiana.


(326) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 60: AAS 56 (1964) 116; cf CIC canone 1166; CCEO canone 867.

(327) Cf Gn 12,2.

(328) Cf Lc 6,28; Rm 12,14; 1 Pt 3,9.

(329) Cf Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 79: AAS 56 (1964) 120; cf CIC canone 1168.

(330) Cf Benedizionale, Premesse generali, 16 e 18 (Libreria Editrice Vaticana 1992) p. 26. 14-15.

(331) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 61: AAS 56 (1964) 116-117.

(332) Cf Mc 1,25-26.

(333) Cf Mc 3,15; 6,7.13; 16,17.

(334) Cf CIC canone 1172.

(335) Cf Concilio di Nicea II, Definitio de sacris imaginibus: DS 601; Ibid.: DS 603; Concilio di Trento, Sess. 25a, Decretum de invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum, et sacris imaginibus: DS 1822.

(336) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 13: AAS 56 (1964) 103.

(337) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae, 54: AAS 71 (1979) 1321-1322.

(338) III Conferencia General del Episcopado Latinoamericano, Puebla. La Evangelización en el presente y en el futuro de América Latina, 448 (Bogotá 1979) p. 131; cf Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 48: AAS 68 (1976) 37-38.

mercoledì 6 ottobre 2010

Messa nella Chiesa di S. Pietro nel mese di Ottobre 2010

La S. Messa presieduta da Don. Sante Babbolin si terrà presso la Chiesa di S. Pietro alle ore 16:30 di Giovedì 21 Ottobre, sarà preceduta dalla recita del S. Rosario alle ore 16:00.
Comunichiamo inoltre che la chiesa rimane aperta il Giovedì mattina dalle ore 9:30 alle 12:30 ogni settimana.

giovedì 30 settembre 2010

Messe di Liberazione e Guarigione celebrate da don Sante Babbolin

Con il presente post intendiamo mettere a conoscenza i lettori del nostro Blog della possibilità di partecipare ogni terzo Giovedì del mese alle ore 17.00 alla S. Messa celebrata dal noto esorcista e teologo don Sante Babbolin presso la Chiesa di S. Pietro in Padova dove è venerato il corpo della B. Eustochio.
Un Sacerdote sarà presente per amministrare il Sacramento della Riconciliazione ai fedeli che desiderano accostarsi alla S. Comunione durante la Celebrazione.
La S. Messa sarà preceduta dalla recita del S. Rosario e durante la celebrazione si pregherà per gli ammalati e coloro che ritengono di essere afflitti da diaboliche tentazioni ed ossessioni.
Data la gravità della questione invitiamo chiunque lo desideri e ne senta la necessità a parlare di simili disturbi prima con il proprio parroco e in seguito, sentitone il parere, con un sacerdote espressamente incaricato del ministero dell'Esorcisma. ( N.B. in virtù del sacramento dell'ordine ogni presbitero è investito della funzione di esorcista ma in alcuni casi si delega il compito a religiosi più esperti e preparati onde evitare spiacevoli incomprensioni)
Certo la protezzione della B. Eustochio è molto valida e potente contro gli assalti infernali, le ossessioni, le possessioni e le tentazioni diaboliche.
Dall'esperienza personale di molti esorcisti si evince la grande capacità liberatoria e apotropaica svolta dalla B. Eustochio, specialmente nelle vicinanze della sua tomba dove, a detta di un sacerdote, l'esorcisma acquista un valore ancora più grande ed un'efficacia straordinaria.
La B. Eustochio ci fornisce le armi contro il Male: Fede, Preghiera e carità, tutto il resto è nelle mani di Dio e dobbiamo essere certi che Lui non permetterà che nessuno dei suoi figli vada perduto.
Amen.

mercoledì 18 agosto 2010

Accettare la sofferenza

“Perché bisogna soffrire? Perché quaggiù l'Amore puro non esiste senza sofferenza”
(Santa Bernardetta Subirous)
Quando il dolore fisico strazia le nostre membra oppure mentre angosce spirituali attanagliano il nostro cuore spesso, anzi quasi sempre, chiediamo a Dio di liberarcene e pensiamo che non solo sia un bene, ma anche giusto farlo.
In fondo il benessere per noi è una garanzia minima, lo stretto indispensabile per andare avanti, e in parte è vero; ma se riduciamo il tutto alla ricerca del benessere, indipendentemente dai mezzi con cui lo perseguiamo, saremo sempre e solo degli edonisti, dei cercatori di piacere in questa vita terrena.
Mi spiego meglio: Se mentre soffriamo cerchiamo conforto in ogni modo e soprattutto attraverso pratiche di liberazione e guarigione, legate a doppio filo con certe nuove correnti di pensiero in seno al cristianesimo stesso, non faremo altro che trattare alla stregua di deità pagane le persone della Trinità! Esculapio s’invocava nell’isola Tiberina contro il male, in Grecia era Asclepio che, in forma di serpente, presiedeva al medesimo compito.
Ma ricordiamo, la religione pagana era legata a questa vita terrena poiché, salvo alcune correnti legate ai culti misterici di matrice orfico-pitagorica, non si prendeva nemmeno in considerazione un aldilà ben definito, e ricordo che gli inferi Virgiliani e Omerici non sono che l’eco remota di tradizioni che avevano scarso seguito o come minimo erano seguite col beneficio del dubbio, se vogliamo riassumere la questione con una considerazione icastica nel mondo antico tutti erano praticanti ma i “credenti” erano ben pochi, al punto che il Cristianesimo, salvo le resistenze da parte delle autorità, prese ben presto il posto dei formalismi dei Gentili.
Ora, la Fede della Chiesa ci insegna che
-L’anima nostra è immortale
- La vita di chi crede è eterna
- questa vita non è che un attimo verso l’eterno e nell’eterno
Da queste chiare ma imprescindibili premesse ne deriva che:
La vita non è cominciata quando siamo venuti al mondo ma è da sempre ( per definizione l’eterno non ha limiti né al principio né alla fine) dunque siamo in una fase di passaggio, siamo incamminati verso la vetta che è Cristo. Ricordate bene: “ Chi cerca la propria Vita la perderà” infatti, la vita terrena, paradossalmente, è negazione di quella divina in Cristo al punto che L’Apostolo più volte ha occasione di fare notare come l’uomo vecchio debba morire in Cristo per rinascere nuovamente in Lui.
Sebbene il disprezzo del mondo e le relative pratiche ascetiche siano state mitigate in termini pratici non ne viene meno la sostanza: La vita dell’uomo è come un soffio quella che conta è la vita dell’anima, al punto che S. Francesco, che pure esaltava il creato, dice
Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male
Opponendo alla buona morte del corpo quella tremenda dello spirito, la morte secunda ( qui secunda si presta a duplice interpretazione cioè nel senso di secondo cioè dopo la prima in termini cronologici, ovvero secunda nel senso di infausta, ma al di là della lettera il senso non cambia)
Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36Proprio come sta scritto:
Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello.
37Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. 38Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, 39né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. ( Ep ad Romanos 9, 35-39)

Ecco un brano veramente significativo che vorrei condividere con tutti, infonde nel nostro cuore il coraggio dei martiri che sentendo sul loro collo il fiato dei leoni cantavano inni di ringraziamento piangendo di Gioia come spose e sposi vicini al congiungimento con l’amore della loro vita.
Ricordo Ignazio di Antiochia, Vescovo e Martire, certo egli non ha chiesto di essere guarito ma con ardore ha desiderato fare della sua esistenza un olocausto gradito a Dio, e dopo di lui sono innumerevoli i Santi martiri che fino ai nostri giorni hanno testimoniato il Cristo nel loro Sangue.
Non è forse tradire la fede in Dio rifiutare la sofferenza? Non è forse un controsenso ricordare il sacrificio di tanti Santi quando il nostro unico desiderio è essere liberati da quella stessa sofferenza che ha reso loro Grandi?
Anche i santi non martiri hanno fatto della loro vita un’offerta, morendo non una ma mille volte, ogni giorno.
Alcuni hanno confortato coloro che dovevano confortarli e del letto di ospedale hanno fatto un altare.
Guardiamo con diffidenza chi usa la religione per guarire il corpo e accettiamo di buon grado la corona di Spine con cui Dio stesso ha cinto il capo del suo figlio diletto, se l’avremo saremo tra gli eletti poiché condividere anche in minima parte la sorte del Cristo non è disgrazia ma gioia indicibile.

lunedì 16 agosto 2010

Ma a che punto si trova la causa della Beata Eustochio?

"I nostri dubbi sono dei traditori che ci fanno spesso perdere quei beni che pur potremmo ottenere, soltanto perché non abbiamo il coraggio di tentare."
Il drammaturgo e grande poeta Shakespeare ci viene in soccorso per spiegare a voi, lettori, per spiegare a che punto si trovi il processo di canonizzazione della Beata Eustochio.
Quella del tentare è proprio la disposizione d'animo che deve assumere costantemente il postulatore diocesano, Mons. Pietro Brazzale, il quale, più di una volta a noi collaboratori della postulazione ha avuto modo di dire che quella riguardante la nostra amata Eustochio è una causa non senza difficoltà di percorso.
Il primo a voler discernere gli elementi a favore e contro la sua canonizzazione, come il Tribunale delle Cause dei Santi d'altra parte, è prorpio la sequela di devoti che affollano ogni terzo giovedì del mese la cappella della Beata, insieme a Mons. Sante Babbolin, esorcista incaricato dalla Diocesi e guida del gruppo di preghiera del "Rinnovamento dello Spirito".
Lucrezia Bellini fu dichiarata beata tra 1760 eil 1767 da Clemente XIII, il veneziano vescovo di Padova che tanto nel cuore aveva alcune figure della città anche quando raggiunse la sua residenza papale.
Le virtù eroiche o i miracoli attribuiti ad Eustochio erano tante, la complessità di un processo canonico era tale da impedire a molte personalità eccellenti nella santità di vedersi riconosciute tali. La scienza medica al servizio delle cause dei santi oggi sono esponenzialmente più severe.
Lucrezia Bellini, monaca benedettina, secondo la tradizione posseduta, secondo le valutazioni mediche preda di una degenerazione isterica, ma secondo un parere moderno della postulazione entrambi gli aspetti coesistono come l'esteriorizzazione fenomenica di un malessere spirtituale interiore.
Il punto sul qule l'opinione pubblica del mondo ecclesiastico, tanto padovano quanto universale, tanto dibatte è l'esigenza oggi di vedere proclamata santa una donna dalla dubbia ricostruzione storica e spirituale, la cui causa è stata accelerata dalla presenza sul soglio pontificio di un vescovo padovano (non dimenticheremo ad onor del vero la quantità di santi polacchi canonizzati da papa Giovanni Paolo II, risalenti all'XI-XII secolo, con la presunzione di poterne ricostruire la figura storica e religiosa, come la regina Edwige o la regina Cunegonda).
La domanda è "Cosa può dire ancora la Beata Eustochio? Come può illuminarci?". Difficile inoltrarsi nell'universo nascosto dello studio della demonologia in ambito cristiano, non ne abbiamo le competenze nè è queto il fine (rimandiamo alla bibliografia di Mons. Babbolin).
Noi una risposta l'abbiamo, ma non vogliamo renderla nota ora: se avete delle risposte, voi tutti devoti a questa figura, inviatecela presso infoeustochio@libero.it, e le pubblicheremo!

lunedì 5 luglio 2010

La MIsericordia di Dio è la Luce che vince la Notte: la Beata Eustochio partecipe della Luce di Cristo

di Lorenzo Fazzini, da "Avvenire" (3 Marzo 2010)

hi pensa che il diavolo non esista dovrebbe rispolverare Charles Baudelaire: «La più grande astuzia del demonio è far credere che egli non esiste». Ma che fine ha fatto il Maligno nella teologia e nella predicazione? Tra gli scaffali Belzebù si è – in maniera variegata – ripresentato. Si trovano testimonianze di chi, per missione, si occupa di spiriti maligni.

Bibliografia essenziale:
  • Memorie di un esorcista (Piemme) è il nuovo titolo di padre Gabriele Amorth, intervistato da Marco Tosatti.
  • Il Rito. Storia vera di un esorcista di oggi (Sperling&Kupfer) di Matt Baglio, cronista americano,da poco dato alle stampe;
  • Gino Oliosi, esorcista di Verona, ha spiegato Il demonio come essere personale (Fede&Cultura).
  • Io combatto il demonio gli fa eco don Ferruccio Sutto (Biblioteca dell’Immagine). Sutto afferma che in 13 anni ha ricevuto dal Triveneto 9 mila persone «che ritenevano di essere oggetto di attenzioni da parte di Satana».

Recente è l’agghiacciante resoconto A tu per tu con il diavolo.

Una famiglia perseguitata dal maligno (San Paolo), opera di due autori anonimi. Più spirituale San Francesco di Sales e la sua lotta contro il diavolo di Gilles Jeanguenin (Paoline). Oggi sono circa 300 gli esorcisti in Italia: al Pontificio Ateneo Regina Apostolurum di Roma vi è un corso per allontanatori del Principe delle tenebre; proprio oggi a Palermo si apre un corso per esorcisti in Sicilia.C’è chi del demonio si occupa scientificamente.

Come padre Moreno Fiori, domenicano, specialista in satanismo, il cui ultimo lavoro è Spiritismo, satanismo, demonologia, edito da Aleph.

Ed è Fiori, residente a Cagliari, a dar fuoco alle polveri: «La maggior parte dei libri recenti sulla demonologia non si possano ritenere di rilevante valore scientifico e di indiscutibile incidenza teologica». Come mai? «Molte di queste pubblicazioni sono di carattere divulgativo, con uno scarso apparato critico e una bibliografia spesso abborracciata.

In alcuni casi poi, per esempio il teologo specializzato in demonologia Josè Antonio Fortea, redige il suo Trattato di Demonologia più completo al mondo (sic!) senza una nota critica né un riferimento al Magistero o ad opere precedenti. Il Trattato è presentato come un "libro che ci trasporta, in pieno XXI secolo, nell’universo ancestrale della possessione diabolica e ci insegna come affrontare e sconfiggere la parte più tenebrosa della Creazione". Come ritenere un’opera simile un trattato scientifico?».

Ma parlare del diavolo «fa male» alla fede? «Le pubblicazioni divulgative sul diavolo, demoni, possessioni ed esorcismi, possono fuorviare i lettori meno attenti e più semplici dal depositum fidei tramandato dal Magistero. Alcuni scritti contengono affermazioni contrarie alla dottrina della Chiesa: ad esempio la negazione dell’essere personale del diavolo, l’esasperazione del suo potere sull’uomo e nel mondo insinuano, con tale pandemonismo, perniciose credenze superstiziose che ingenerano paure».

Colpa del silenzio dal pulpito?

Ovvero: quale prete parla del diavolo in un’omelia? «È vero, non si affronta questo tema che crea imbarazzo. Oppure lo si approccia in maniera retrò, non più consona al nostro tempo».

Don Chino Biscontin, docente di omiletica alla Facoltà teologica del Triveneto, è esplicito nel mettere in guardia da due estremi: «Negare l’esistenza del diavolo a causa della difficoltà postmoderna di pensarlo. Ed evitare una religione dualista per cui vi è una divinità maggiore, Dio, e una minore, il diavolo, con la sua autonomia. E invece il maligno, dopo la resurrezione di Cristo, non possiede l’autonomia di prima». Ma perché parlare di più del Maligno? «Per un guadagno: si possono sgravare le spalle degli uomini dalla responsabilità del male del mondo». Don Biscontin suggerisce un’idea: «Nell’iter teologico di formazione dei futuri preti l’insegnamento sul diavolo andrebbe reso autonomo, mentre oggi è inserito nell’antropologia teologica. Così i predicatori di domani eviteranno di dire fesserie». Ma in una predica come spiegare che il diavolo opera? «Quando si sente di adulti che schiavizzano i bambini come soldati in Africa, se si pensa alla violenza gratuita della guerra nei Balcani, in questo vedo il diavolo in azione come una forza più grande degli uomini».

Don Severino Dianich, tra i più noti teologi italiani, evidenza che «a livello teologico oggi la presentazione sul diavolo è corretta. Invece è squilibrata nell’opinione pubblica, dove tale interesse è cresciuto molto: esorcismi, esoterismo e mistero aggrovigliano molte persone, e questo è un serio problema». Dianich boccia l’ipotesi di corsi teologici ad hoc sul diavolo: «Si darebbe un’importanza sproporzionata a questo tema». Secondo don Dianich sono due le necessità impellenti: «Un’interpretazione teologica che butti acqua sul fuoco: bisogna parlare più di Dio che in Cristo ci ha liberati dal diavolo». E poi? «È necessaria una certa critica a questa tendenza esoterica, che alla fine è un dato gnostico: rappresenta un allontanamento dalla cristologia storica del fatto-Gesù».

sabato 8 maggio 2010

Supplica alla Madonna di Pompei (scritta dal Beato Bartolo Longo)



Supplica alla Madonna di Pompei
(da recitarsi l'8 maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno)

I. - O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl'idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.
Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull'Italia, sull'Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono.
Salve Regina.

II. - È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l'ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l'Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.
Salve Regina.

III. - Che vi costa, o Maria, l'esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si estende fino all'inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.
Voi siete l'Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.
Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c'ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.

Salve Regina.

Chiediamo la benedizione a Maria:

Un'ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l'amore vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti.
Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l'onore del vostro Santuario.
Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al vostro Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d'inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia; a te l'ultimo bacio della vita che si spegne. E l'ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.
Salve Regina.

(vero testo della Supplica scritta dal beato Bartolo Longo)

Madonna di Pompei

L’icona della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei (alta cm 120 e larga cm 100) presenta l’immagine della Madonna in trono con Gesù in braccio; ai suoi piedi, san Domenico e santa Caterina da Siena. La Vergine reca nella mano sinistra la corona del Rosario che porge a santa Caterina, mentre Gesù, poggiato sulla sua gamba destra, la porge a san Domenico. In questo quadro si possono riconoscere tre grandi spazi. Lo spazio in alto, nel quale l’umile ma solenne figura di Maria in trono invita la Chiesa a portarsi verso il mistero della Trinità. Lo spazio in basso è quello della Chiesa, il corpo mistico, la famiglia che ha in Gesù il suo capo, nello Spirito il suo vincolo, in Maria il suo membro eminente e la sua Madre. Lo spazio laterale, rappresentato dagli archi, porta al mondo, alla storia, verso cui la Chiesa ha il debito di essere “sacramento”, offrendo il servizio dell’annuncio evangelico per la costruzione di una degna città dell’uomo. La via che unisce questi spazi è il Rosario, sintesi orante della scrittura, posta quasi come fondamento ai piedi del trono, e consegnato dal Figlio e dalla Madre come via di meditazione e assimilazione del Mistero. Quest’icona fu data a Bartolo Longo da Suor Maria Concetta De Litala, del Convento del Rosariello a Porta Medina di Napoli. La religiosa l’aveva avuta in custodia da padre Alberto Radente, confessore del Beato. Per trasportarlo a Pompei, il Longo l’affidò al carrettiere Angelo Tortora che, avvoltala in un lenzuolo, l’appoggiò su di un carro di letame. Era il 13 novembre 1875, data di nascita della Nuova Pompei, ricordata ogni anno con una giornata di preghiera, durante la quale i fedeli, ammessi alla venerazione diretta del Quadro, affidano alla Vergine le loro speranze. È straordinario vedere come, fin dalle prime ore del mattino, migliaia e migliaia di persone di ogni età, provenienza e ceto sociale, si mettano ordinatamente in fila ed attendano, anche diverse ore e, talvolta, in situazioni climatiche veramente difficili, per stare più vicini alla Madonna ed esprimerle con affetto i loro sentimenti più intimi. Il quadro, però, necessitava di un restauro e fu posto alla venerazione dei fedeli soltanto il 13 febbraio 1876. Nello stesso giorno, a Napoli, avvenne il primo miracolo per intercessione della Madonna di Pompei: la dodicenne Clorinda Lucarelli, giudicata inguaribile dall’illustre prof. Antonio Cardarelli, guarì perfettamente da terribili convulsioni epilettiche. In seguito, Bartolo Longo affidò l’Icona al pittore napoletano Federico Maldarelli per un ulteriore restauro, chiedendogli anche di trasformare l’originaria Santa Rosa in Santa Caterina da Siena. Nel 1965, fu effettuato, al Pontificio Istituto dei Padri Benedettini Olivetani di Roma, un restauro altamente scientifico, durante il quale, sotto i colori sovrapposti nei precedenti interventi, furono scoperti i colori originali che svelarono la mano di un valente artista della scuola di Luca Giordano (XVII secolo). Nello stesso anno, il 23 aprile, il Quadro fu incoronato da Paolo VI nella Basilica di San Pietro. Nel 2000, per il 125° anniversario, il Quadro ha sostato per cinque giorni nel Duomo di Napoli, dove è stato venerato da migliaia di fedeli. Il ritorno a Pompei è stato fatto a piedi, seguendo il tracciato del 1875, con diverse soste nelle città della provincia. Per tutto il giorno centinaia di migliaia di persone hanno affollato il percorso di trenta chilometri che separa Pompei dal capoluogo. Quando, in piena notte, il Quadro è tornato a Pompei, è stato accolto da una città in festa. Il 16 ottobre 2002, il Quadro è tornato a piazza San Pietro, per esplicita richiesta del Papa Giovanni Paolo II, che, accanto alla “bella immagine venerata a Pompei”, ha firmato la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, con la quale ha introdotto i cinque nuovi misteri della luce, ed ha indetto l’Anno del Rosario. Anche durante il suo secondo pellegrinaggio a Pompei, il 7 ottobre 2003, Papa Wojtyla è stato accolto sul palco posto dinanzi alla Basilica dall’icona della Vergine di Pompei, da lui tanto amata.

venerdì 7 maggio 2010

Mese di Maggio 6

Come è stato più volte ribadito, maggio è il mese della Vergine, e con essa, della preghiera con la quale la Chiesa le affida tutte le sue richieste, il Rosario.
Perchè questa preghiera è entrata così in profondità nel cuore degli uomini? Così possiamo riassumere dalla prefazione del testo "Il segreto ammirabile del Rosario" di San Luigi Maria Grignion de Monfort.
Il rosario è innanzitutto definito come una preghiera devozionale, in quanto non viene dedotta, come il Pater Noster, dai testi evangelici, a carattere litanico, ovvero attraverso la ripetizione continuativa della medesima orazione, forma tipica del rito latino della Chiesa cattolica.
La chiesa per tradizione, ne attribuisce la nascita ad un'apparizione della Madonna con la consegna del rosario a San Domenico.
Le sue origini sono tardomedievali: fu introdotto dall'ordine domenicano e diffuso, soprattutto dal Seicento, grazie alla diffusione delle "Confraternite del Santo Rosario", la prima delle quali risale al 1476.
Fu approvata, a nome del Papa, dal Cardinale Alessandro Nanni Malatesta, legato pontificio e Vescovo di Forlì. Non essendo momento della liturgia della Chiesa, questa pratica ha subìto notevoli varianti nel corso dei secoli.
La preghiera consiste in cinque serie di dieci Ave Maria unite alla meditazione dei Misteri (eventi, momenti o episodi significativi) della vita di Cristo e di Maria.
Il nome significa "corona di rose", con riferimento al fiore mariano per eccellenza, simbolo della stessa Ave Maria. La versione integrale della devozione, oggi poco diffusa, prevede la contemplazione di tutti i venti misteri e quindi la recita, tra l'altro, di duecento avemarie (prima dell'aggiunta dei cinque Misteri luminosi, nel 2002, si contavano quindici poste per complessive centocinquanta avemarie).
La Madonna, secondo la mistica apparizione a San Domenico, detta pertanto Vergine del Santo Rosario è venerata nel Pontificio Santuario di Pompei.
La parola "rosario" deriva da un'usanza medioevale che consisteva nel mettere una corona di rose sulle statue della Vergine; queste rose erano simbolo delle preghiere "belle" e "profumate" rivolte a Maria. Così nacque l'idea di utilizzare una collana di grani (la corona) per guidare la meditazione. Nel XIII secolo, i monaci cistercensi elaborarono, a partire da questa collana, una nuova preghiera che chiamarono rosario, dato che la comparavano ad una corona di rose mistiche offerte alla Vergine. Questa devozione fu resa popolare da San Domenico, il quale, secondo la tradizione, ricevette nel 1214 il primo rosario dalla Vergine Maria, nella prima di una serie di apparizioni, come un mezzo per la conversione dei non credenti e dei peccatori. Prima di San Domenico, era pratica comune la recita dei "rosari di Padre Nostro", che richiedevano la recita del Padre Nostro secondo il numero di grani di una collana.
Nel 1571, anno della Battaglia di Lepanto, Papa Pio V chiese alla cristianità di pregare con il rosario per chiedere la liberazione dalla minaccia turco-ottomana. La vittoria della flotta cristiana, avvenuta il 7 ottobre, venne attribuita all'intercessione della Vergine Maria, invocata con il rosario. In seguito a ciò il papa introdusse nel Calendario liturgico la festa della Madonna del Rosario per quello stesso giorno. Sempre nel XVI secolo si ha la fissazione definitiva dell'ultima parte dell'Ave Maria, che nella parte finale aveva numerose varianti locali. Altri personaggi che hanno contribuito alla diffusione di questa preghiera sono il Beato Alano della Rupe con il suo Salterio di Cristo e di Maria del 1478, san Luigi Maria Grignion da Montfort con il suo libro Il segreto ammirabile del Santo Rosario, ed il beato Bartolo Longo (fondatore del Santuario e delle opere di carità di Pompei) considerato l'"Apostolo del Santo Rosario". Un altro impulso si ebbe nei secoli XIX e XX con le apparizioni di Maria a Lourdes e a Fatima.

mercoledì 5 maggio 2010

Mese di Maggio 5

La Vergine Maria nel catechismo della Chiesa Cattolica, alcune riflessioni e spunti di meditazione.
Spesso si parla di Maria senza citare direttamente il parere della Chiesa a riguardo, per questo riteniamo opportuno portare ai lettori qualche estratto dal Catechismo della Chiesa Cattolica, a cui rimandiamo per altri eventuali approfondimenti.
Il Grignon de Montfort ha espresso con straordinario vigore l’importanza di Maria, ma nulla potrà sostituire per efficacia il puro Magistero, via sicura verso la Salvezza.
Ricordate bene, Maria non è Dio, ma Creatura; è degnissima della più grande venerazione, l’iperdulia, ovvero la dedizione totale sino alla consacrazione del devoto, ma non di Adorazione.
L’Adorazione è il culto dovuto a Dio e a Dio solo nelle persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Adorare una Creatura, per quanto perfetta, significa contravvenire al primo comandamento del Popolo di Dio: Non avrai Altro Dio all’infuori di Me. Raccomandiamo prudenza perché sedicenti veggenti ritengono di poter costituire una divinità in Quattro persone, il Padre, la Madre , il Figlio e lo Spirito Santo, ma ciò è eresia, è contrario al magistero della Chiesa e rappresenta una grave deformazione della dottrina ufficiale.
Adorare Maria significa non aver capito il messaggio Cristiano, aggiungere una persona alla Trinità è bestemmia.
Chiariamo ancora meglio quanto detto facendo riferimento ai documenti che meglio di ogni nostro discorso potranno rettamente guidare le coscienze dei figli della Chiesa.
484 L'Annunciazione a Maria inaugura la “pienezza del tempo” (⇒ Gal 4,4), cioè il compimento delle promesse e delle preparazioni. Maria è chiamata a concepire colui nel quale abiterà “corporalmente tutta la pienezza della divinità” (⇒ Col 2,9). La risposta divina al suo “Come è possibile? Non conosco uomo” (⇒ Lc 1,34) è data mediante la potenza dello Spirito: “Lo Spirito Santo scenderà su di te” (⇒ Lc 1,35)
485 La missione dello Spirito Santo è sempre congiunta e ordinata a quella del Figlio [Cf ⇒ Gv 16,14-15 ]. Lo Spirito Santo, che è “Signore e dà la vita”, è mandato a santificare il grembo della Vergine Maria e a fecondarla divinamente, facendo sì che ella concepisca il Figlio eterno del Padre in un'umanità tratta dalla sua.
486 Il Figlio unigenito del Padre, essendo concepito come uomo nel seno della Vergine Maria, è “Cristo”, cioè unto dallo Spirito Santo, [Cf ⇒ Mt 1,20; 486 ⇒ Lc 1,35 ] sin dall'inizio della sua esistenza umana, anche se la sua manifestazione avviene progressivamente: ai pastori, [Cf ⇒ Lc 2,8-20 ] ai magi, [ Cf ⇒ Mt 2,1-12 ] a Giovanni Battista, [Cf ⇒ Gv 1,31-34 ] ai discepoli [Cf ⇒ Gv 2,11 ]. L'intera vita di Gesù Cristo manifesterà dunque “come Dio [lo] consacrò in Spirito Santo e potenza” (⇒ At 10,38).
487 Ciò che la fede cattolica crede riguardo a Maria si fonda su ciò che essa crede riguardo a Cristo, ma quanto insegna su Maria illumina, a sua volta, la sua fede in Cristo.

martedì 4 maggio 2010

Mese di Maggio 4

Come lodare a sufficienza Maria? Di lei lo stesso lutero dovette ammettere che "Numquam satis est", Non si sarà mai detto abbastanza.
Il solo fatto che una Creatura sia divenuta degna di portare nel suo Grembo virginale il Dio degli dei è un evento meraviglioso.
La liturgia ortodossa dice di Lei:" Tu, contenendo nel tuo grembo l'incontenibile, Dio per eccellenza, hai fatto della tua maternità un dono più grande dell'universo."
Ancora di Lei si parla come "Tuttasanta" Panaghia, e Madre di Dio.
La santità di Maria è strettamente legata a quella di Dio. Ricordiamoci che senza Dio Maria non sarebbe nulla.
Ella è come una brace, la sua sostanza non scalda di per sè ma è penetrata fino nei più intimi recessi dallo spirito Santo che la rende la più sacra delle Creature.
Se vogliamo Maria è un Tabernacolo o un preziosissimo ostensorio. Ella porta al mondo il Santissimo e la sua gravidanza illumina di speranza le tenebre della nostra misera esistenza.
Se siamo Sconfortati, ecco, lei è la Stella del Mare, ci guida nella Tempesta della Vita verso l'agognata Meta: La felicità eterna.
La Chiesa riconosce bene la grande varietà di appellativi con cui è possibile chiamare la vergine Santissima, le litanie ne sono il compendio più significativo, e ne esistono di diversi generi.
Le più famose sono quelle Lauretane, composte per la Vergine di Loreto, altre sono quelle Bibliche, quelle Domenicane, quelle Carmelitane e quelle al suo uore Immacolato.
Pregare le litanie è una delle più antiche devozioni alla Vergine, ricordandole le sua opere di misericordia e i suoi meriti.

lunedì 3 maggio 2010

Mese di Maggio 3

La Preghiera del Rosario.
Riportiamo alcune rose dal testo, dell’ormai familiare Luigi Grignon de Montfort, il segreto meraviglioso del S. Rosario.
Se questi spunti troveranno terreno fertile nei Lettori abbiamo la convinzione che non rimarranno senza frutto.
Per esperienza personale possiamo affermare con tranquillità l’efficacia di questa preghiera. La B. Eustochio ne traeva immenso sollievo e la indicava come arma infallibile contro il Maligno.
Esorcisti di chiara fama dicono che nulla il demonio teme quanto il S. Rosario, è una frusta che si abbatte sulla sua schiena costringendolo alla fuga più ignominiosa.
Meditare Cristo con gli occhi di Maria usando le espressioni del Vangelo. Questo è il Rosario, preghiera potente ed efficace, capace di disporre alla contemplazione anche le anime più aride.
“3. A voi, peccatori e peccatrici, uno più peccatore di voi offre questa rosa arrossata dal sangue di Gesù Cristo perché vi adorni e vi salvi.
Empi e peccatori impenitenti gridano continuamente: «Coroniamoci di rose» (Sap 2,8). Anche noi cantiamo: Coroniamoci con le rose del santo Rosario.
Ma quanto sono diverse le loro rose dalle nostre! Le loro sono i piaceri carnali, i vani onori, le ricchezze caduche che presto saranno appassite e corrotte. Le nostre, invece, sono i Padre nostro e le Ave Maria, recitati bene e accompagnati da buone opere di penitenza, e non appassiranno né periranno mai. Tra centomila anni la loro bellezza splenderà come oggi.
Le loro tanto decantate rose hanno solo l'apparenza di rose: in realtà sono spine che pungono con il rimorso durante la vita, che trafiggono con il rimpianto all'ora della morte, che bruciano per tutta l'eternità nell'ira e nella disperazione. Se le nostre rose hanno spine, queste sono spine di Gesù Cristo che egli tramuta in rose. Se le nostre rose pungono, esse pungono solo per qualche istante, unicamente per guarirci dal peccato e per salvarci.
4. Facciamo a gara per coronarci con queste rose del paradiso, recitando ogni giorno un Rosario, cioè tre corone di cinque decine ciascuna come altrettante ghirlande di fiori: 1) per onorare le tre corone di Gesù e di Maria: la corona di grazia di Gesù nell'incarnazione, la sua corona di spine nella passione, la sua corona di gloria in cielo, e la triplice corona che Maria ha ricevuto in cielo dalla SS. Trinità; 2) per ricevere da Gesù e da Maria tre corone: la corona di meriti in questa vita, la corona di pace in morte, la corona di gloria in paradiso.
Se sarete fedeli a recitarlo devotamente fino alla morte, nonostante l'enormità delle vostre colpe, credetemi: «riceverete la corona di gloria che non appassisce» (1 Pt 5,4). Anche se vi trovate sull'orlo dell'abisso o con un piede nell'inferno, se avete perfino venduto l'anima al diavolo come uno stregone o siete un eretico indurito e ostinato come un demonio, presto o tardi vi convertirete e vi salverete. Purché — lo ripeto e notate bene i termini del mio consiglio — diciate devotamente ogni giorno fino alla morte il santo Rosario, per conoscere la verità ed ottenere la contrizione ed il perdono dei vostri peccati. Troverete in questo libro parecchi esempi di grandi peccatori convertiti per mezzo del santo Rosario. Leggeteli e meditateli.”

domenica 2 maggio 2010

Gesù Misericordioso



L’Icona di Gesù Misericordioso e la Liberazione dal Maligno

La Celebre icona di Gesù Misericordioso è ormai molto nota, soprattutto per le straordinarie grazie che attraverso di essa sono state ottenute in tutto il mondo.
Proponiamo una personale analisi dell’immagine sulle considerazioni di S. Faustina Kowalska, suora polacca oggetto delle rivelazioni.
L’Icona presenta il Signore risorto, vestito di un abito candido, le piaghe delle mani e dei piedi sono splendenti e da quella del costato, proprio sopra il cuore, scaturiscono due raggi di luce: uno azzurro ed uno rossastro.


L’interpretazione è, in realtà, molto antica. I padri della chiesa hanno già trovato una spiegazione teologica al sangue e all’acqua sgorgati dal costato di Cristo ( cfr. Giovanni Crisostomo, omelie per il sabato Santo).
Giova riportare il senso mistico di questo evento.
Mentre Adam dormiva nell’Eden, Iddio estrasse una costola dal suo fianco, da essa creò Eva.
Allo stesso modo, nel sonno della morte, il Padre, dal costato del Figlio ( Nuovo Adamo), fece scaturire i segni che caratterizzano la Chiesa, nuova Eva.
I Segni peculiari della Chiesa sono due: L’acqua Battesimale e il Sangue eucaristico.
Senza di essi non è immaginabile la Chiesa come comunità unita dal vincolo dello Spirito Santo.
Gesù è avvolto in un abito Candido, segno di una divinità pienamente rivelata ( viene spontaneo il confronto con le icone della Trasfigurazione.
Dal Buio del mondo e della Morte, si erge una figura luminosa capace di rischiarare le tenebre in atto benedicente.
Perché Gesù vuole che proprio questa immagine sia venerata? È semplice, la Croce ci parla solo della morte, mentre questo quadro ci mostra, accanto ai segni della Passione, la gloria del Risorto, che è l’effettivo fondamento della nostra Fede. Dice l’Apostolo delle Genti: Se non c’è risurrezione, a che vale la mia Fede?
In questo tempo pasquale è importante concentrarsi sul mandato del Risorto, che proprio oggi, V Domenica di Pasqua Anno C, ci invita “ Ad amarci gli uni gli altri come lui ha amato noi”, ricordandoci che proprio da questo gli altri, i non cristiani, ci potranno riconoscere come comunità.

Mese di Maggio 2

Riportiamo alcuni brani tratti dall’opera “ Trattato della devozione alla Vergine” di S. Luigi G. de Monfort.
Questi primi ragionamenti, posti in apertura all’operetta, sono illuminanti ai fini di una maggior comprensione della dottrina mariana.
In primo luogo si vedrà che Maria, rispetto a Dio, somma Potenza, è un nulla. Egli solo, infatti, è colui che è, come si chiama egli stesso parlando a Mosè.
Questo però non significa che la Vergine sia inutile ai fini della Salvezza: se Dio, che è immutabile nelle sue decisioni, ha voluto la collaborazione di Maria per compiere la più grande delle sue opere continuerà a farlo fino alla fine dei tempi.
In più Maria è l’unica, tra tutti i santi dell’antico testamento, ad avere avuto il dono del Salvatore, dice il Santo: ha meritato, e questo fin dalla sua concezione nella mente di Dio, al principio dei tempi.
Non potevamo ricevere direttamente il Salvatore, avevamo bisogno di un mezzo, una scala tra cielo e terra, e questo è proprio Maria, il punto di congiunzione tra il Divino e l’umano.
Ancora più sorprendente il mistero dell’annunciazione, Dio, che può tutto secondo la sua volontà, si inchina davanti a una sua creatura per chiederle collaborazione e consenso. Il Figlio di Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria,questo è il fulcro della riflessione Mariana della Chiesa.
Una Creatura è stata eletta da Dio per portare nel Grembo Virginale il Salvatore.

[14] Con tutta la Chiesa confesso che Maria, essendo una semplice creatura uscita dalle mani dell'Altissimo, paragonata a tale infinita Maestà è meno di un atomo; meglio, è proprio un niente, poiché soltanto lui è Colui che è. Dunque, questo grande Signore, sempre indipendente e sufficiente a se stesso, non ha avuto né ha bisogno in modo assoluto della santissima Vergine per attuare i suoi voleri e per manifestare la sua gloria. Gli basta volere, per fare tutto.
[15] Però affermo che, supposte le cose come sono, avendo voluto cominciare e compiere le sue più grandi opere per mezzo della Vergine Maria fin dal momento in cui l'ha plasmata, bisogna credere che non cambierà metodo nei secoli dei secoli. Egli è Dio e non muta per niente né sentimenti né modo di agire.
[16] Dio Padre ha dato al mondo il suo unico Figlio soltanto per mezzo di Maria. Per quanti sospiri abbiano elevato i patriarchi, per quante richieste abbiano presentato i profeti e i santi dell'antica legge, durante quattromila anni, per avere un simile tesoro, soltanto Maria l'ha meritato ed ha trovato grazia davanti a Dio con la veemenza delle sue preghiere e con la sublimità delle sue virtù. Il mondo - dice sant'Agostino - era indegno di ricevere il Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre. Questi l'ha dato a Maria perché il mondo lo ricevesse per mezzo di lei.
Il Figlio di Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria
.
Dio Spirito Santo ha formato Gesù Cristo in Maria, ma dopo averle chiesto il consenso per mezzo di uno dei primi ministri della sua corte .

sabato 1 maggio 2010

Maggio, il Mese di Maria.

Da molti secoli la Chiesa ha consacrato il mese di Maggio ad una speciale devozione verso la Vergine Ss.
Questo mese può essere un modo di approfondire meglio le proprie conoscenze riguardo il culto della Madre di Dioe e per questo rimandiamo ad una serie di libri di devozione che potranno essere molto utili.
In primo luogo citiamo il celebre trattato di S. Luigi Grignon de Montfort, spesse volte venuto aglio onori delle stampe in quanto amatissimo dal S.D. Giovanni Paolo II.
Ahimè non basta la notorietà, infatti, alla prova dell'evidenza sono ben pochi quelli che hanno voluto accostarsi a pagine così lontane per linguaggi e proposte, ma pure così ricche di tesori spirituali.
In breve il trattatello, in forma d'appunti, spiega perchè onorare Maria non adombra il culto dovuto a Dio, ma piuttosto lo perfeziona.
In secondo luogo il libello si propone di mostrare la necessità assoluta della devozione mariana, e per questo fine ci propone la così detta Consacrazione a Gesù per mezzo di Maria, un secondo "Battesimo" nel cuore immacolato della Vergine.
Che belle parole usa quel Santo! Che accenti ispirati! Invero chi legge quelle righe non può che sentirsi debitore a un uomo che, con le sue poche forze, ha cercato di svelarci un angolino di Cielo!
Ecco, Maria non è contro Gesù, se Gesù è stato il primo, per bocca d'un Angelo, a salutarla con umile devozione, non dovremmo anche noi, col rispetto di figli, invocarla teneramente?
Non c'è contrasto tra il culto a Maria e quello verso Dio, sia chiaro però, il primo è venerazione il secondo Adorazione.
Eppure si può adorare Dio anche attraverso Maria, e meglio che con le sole nostre forze!
Si, quando preghiamo la Vergine adoriamo Dio facendoci scudo coi meriti della sua Santissima Madre, e non c'è preghiera che non venga esaudita sotto un simile patrocinio.
Sono gli eretici, i modernisti, i protestanti, che con la scusa di voler riportare ogni preghiera al Padre strappano alla Vergine quegli onori che nemmeno Dio le ha voluto negare.
Ricordate! Tra tutte le creature Ella sola è senza peccato, Ella sola è pura!
Lo strumento migliore per dimostrarLe la nostra completa devozione è il Rosario, e per questo si rimanda ad un altro opuscolo dello stesso Santo: Il Segreto Meraviglioso del Ss.Rosario.
In quest'operetta, sotto forma di Rose disposte a diecine il Monfort ci fornisce preziosi spunti Meditativi ricavati dalle sue esperienze, dalla Storia, e dalle pie tradizioni.
Che Miracoli, che eventi Sublimi! Chi lo leggerà non potrà fare a meno di stringere a se la corona impaziente, finita la lettura, di recitarla con fervorosi accenti, non una ma più e più volte fino a non avere più forze!
Preghiamo il S. Rosario! Che Aspettiamo? La Vergine ce ne ha raccomandato la pratica molte volte, a Lourdes, a Fatima, a Parigi. Che ci trattiene?
Un santo dei nostri giorni, San Massimiliano Kolbe, diceva che il S. Rosario è la preghiera più efficace per convertire i peccatori e per ottenere grazie innumerevoli.
In questo bel Mese, quando fioriscono le rose e la natura è nel pieno del suo rigoglio prima delle calure estive, prendiamoci un'oretta quotidiana per meditare, procuriamoci una bella immagine della Vergine, magari benedetta; accendiamo una candela e disponiamole intorno qualche fiore; infine prendiamo la Corona e aiutati dalle parole dei Maestri della Fede meditiam sui misteri della Nascita, Morte e Risurrezione di Cristo.
Il rosario non è solo la più eccellente delle preghiere Mariane, esso è anche la più eccellente delle preghiere Cristiane! E nessuno si scandalizzi quando il Monfort dice: "Chi, pur conoscendolo[il Rosario] non lo pratica con fede, può essere certo che questo è un segno di dannazione e di sicura perdizione, viceversa, chi lo pratica è fatto oggetto di una speciale predestinazione alla vita Eterna."
Buon Mese di Maggio a tutti i lettori.

giovedì 22 aprile 2010

Pellegrinaggi a Padova al santuario della Beata Eustochio

Si accettano volentieri gruppi di pellegrini per visitare la Chiesa di San Pietro a Padova, nella quale è conservato il corpo della Beata Eustochio e dove è stata ricostruita la Santa Casa di Loreto.

Per ogni informazione, contattate la Postulazione via mail: infoeustochio@libero.it.

(cfr. http://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode=&q=corso+milano+padova&sll=45.410141,11.865578&sspn=0.008074,0.023432&ie=UTF8&hq=&hnear=Corso+Milano,+Padova,+Veneto&ll=45.408484,11.869429&spn=0.002019,0.005858&t=h&z=17

Gruppo di preghiera "Beata Eustochio"

Amici, fedeli, chiunque legga questa pagina.
La Chiesa Universale chiede con insistenza esempi da seguire, modelli a cui ispirarsi, vie da seguire.
Cristo è la VIA, Cristo è la VERITA', Cristo è la VITA.
E' lui l'esempio da seguire, è tutto scritto nel messaggio degli Apostoli, nei Vangeli, nelle Lettere.
Ma è scritto anche nell'esempio dei Santi e dei Beati di Dio. La loro vita è l'effetto della coerenza nel Vangelo.
La proposta, che io faccio a nome della Postulazione, è una proposta che, attrverso la devozione sincera alla vita vissuta da una cattolica di cinque secoli fa, venerata come Beata dalla Chisa, vuole raggiungere la fede in Dio.

Il nostro desiderio è semplice: ovunque voi siate, pregate in gruppo Gesù con altri chiedendo l'intercessione della Beata. Più persone la conosceranno, più persone vedranno in lei il mistero del volere di Dio, più persone si aafideranno alle sue mani, ancora di più saranno le possibilità che Cristo, nell'Amore infinito verso i santi in Paradiso, compia attraverso di Lei il miracolo, che porterà la Beata ad essere chiamata Santa.

Come? Un rosario, la lettura della Passione di San Giovanni, un po' di dibattito e di impegno concreto. Magari un pellegrinaggio alla Chiesa di San Pietro a Padova...

mercoledì 7 aprile 2010

Gregorio il Sinaita: "La vita contemplativa e i due modi della preghiera"


Esistono due maniere di unione a Dio, più esattamente ci sono due entrate per la preghiera mentale che lo spirito risveglia nel cuore.
Una si ha quando la mente "aderendo strettamente al Signore" entra rapidamente nella dimora della preghiera; l'altra quando l'attività orante si svolge gradatamente e mediante un fuoco gioioso esercita la mente e la tiene ferma con l'invocazione unitiva del Signore Gesù. Lo Spirito opera in ciascuno secondo il suo beneplacito, è quindi possibile che una forma di unione preceda l'altra nelle varie persone, nel modo che ho detto sopra.
Altre volte, quando le passioni sono affievolite per la costante invocazione a Gesù Cristo, l'evento accompagnato da un fervore divino, si manifesta nel cuore. "Dio è un fuoco che consuma" le passioni. In altri casi lo spirito attrae a sè la mente, saldandola nel cuore e impedendone il consueto vagare dei pensieri.
Sull'esercizio della preghiera: Il metodo
All'alba getta il seme, la preghiera, la sera la tua mano non resti oziosa, dice Salomone; questo perchè la preghiera non venga interrotta rischiando di perdere l'ora dell'esaudimento, "non sai quale delle due semine ti darà i suoi frutti".
Di buon mattino mettiti a sedere su uno sgabello alto un palmo; dirigi il pensiero dal dominio della mente sul cuore e costringilo a rimanervi. Curvo laboriosamente, mentre il petto, le spalle e la nuca ti faranno male, grida con perseveranza e col pensiero e con l'anima: "Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me". In seguito, se per la posizione forzata, o dalla noia provocata dalla sosta prolungata sulla stessa formula porta il tuo pensiero sull'altra forma dell'invocazione e ripeti: "Figlio di Dio abbi pietà di me!". Ripeti questa formula numerose volte, evita, per indolenza, di cambiarla troppo spesso, le piante trapiantate con frequenza non attecchiscono.
Controlla il respiro dei polmoni, in modo da non respirare nel consueto modo. Poiché il soffio dei respiri incontrollati che sale dal cuore oscura la mente e agita l'anima, la dissipa, l'abbandona alla distrazione, oppure le fa passare davanti ogni sorta di immagini indirizzandola insensibilmente verso ciò che non è bene. Non ti turbare se vedi sorgere l'impurità degli spiriti malvagi e prender forma nel tuo pensiero; come pure non dare attenzione ai buoni pensieri che ti si possono presentare. Tieni salda la mente nel cuore, domina la respirazione, e ripeti senza stancarti l'invocazione al Signore Gesù; ben presto brucerai e dominerai questi pensieri, fustigandoli invisibilmente col Nome divino. Giovanni Climaco dice: "Col nome di Gesù fustiga i nemici. Non c'è arma più forte, nè in cielo nè in terra".
Sulla respirazione controllata
Isaia l'eremita e con lui molti altri, riguardo al controllo della respirazione dice: "Domina l'instancabile pensiero, cioè la mente agitata e divagata dalla potenza del nemico che, a motivo della negligenza è ritornato, anche dopo il Battesimo, nell'anima neghittosa, seguito da numerosi spiriti maligni, conformemente a quanto il Signore disse: "l'ultima condizione dell'uomo è peggiore della prima". Un altro dice: "Il monaco abbia l'invocazione di Dio al posto del respiro".
Un altro: "L'amore di Dio deve precedere il respiro". Simone il Nuovo Teologo: "Comprimi il ritmo della respirazione in modo da non respirare nel modo abituale". Giovanni Climaco ammonisce: "Il ricordo di Gesù sia unito al tuo respiro, imparerai la forza del silenzio". E l'Apostolo Paolo afferma: "Non io, ma Cristo vive in me" operando in lui insufflandogli la vita divina. E il Signore dice: "lo Spirito soffia dove vuole", prendendo l'immagine del vento che spira. Quando fummo purificati nel battesimo, ricevemmo la eredità dello Spirito e i germi della parola interiore.
Avendo trascurato i comandamenti, custodi della grazia, siamo nuovamente caduti nelle passioni, e invece di respirare lo Spirito Santo, ci siamo riempiti del respiro dei maligni spiriti. Da essi hanno origine gli sbadigli e gli stiramenti delle membra, a dire dei Padri. Chi ha accolto lo Spirito e da Lui si è lasciato purificare, è anche da Lui riscaldato e respira la vita divina, la parla, la pensa, e la vive, conformemente alle parole del Signore. "Non siete voi a parlare ma lo Spirito del Padre che parla in voi". In maniera identica chi è abitato da uno spirito opposto al Signore, parla e agisce in maniera contraria al Signore.

giovedì 11 marzo 2010

Via Crucis.

Ecco che riprendiamo, finalmente, la meditazione quaresimale.
Poniamo ora la nostra attenzione alla Pratica devota della Via Crucis. ( In italiano, la via della Croce.)
Oramai parrebbe scontato, forse ingenuo, e magari anche superstizioso questo cammino doloroso, e forse è proprio così, almeno in certi casi.
La via della Croce è un evento unico, capace di determinare la nostra stessa salvezza nella misura in cui è intimamante e continuamente vissuta.
Intendiamoci meglio; cosè la via Crucis?
Non si tratta qui del semplice esercizio praticato ogni venerdì di quaresima, senza entusiasmo e quasi per forza, ma stiamo parlando dell'incontro doloroso con Cristo, evento culmine della vita Cristiana e assimilabile allo sposalizio umano.
O Cux, Spes unica! Croce, unica Speranza, Talamo ( delle nozze con l'umanità), Trono
(del Cristo vero Re nel Dolore) ed Altare ( Primo e perfetto del Sacrificio del Golgota).
Vivere la via crucis significa portare nel nostro cuore, ogni giorno e in ogni momento, la Croce di Cristo, che è via di salvezza, ce lo ha detto proprio Lui!
" Prendete la vostra croce e seguitemi." La via crucis la compiamo nelle stazioni dolorose della nostra vita, carichi dei nostri peccati, che tante volte ci fanno cadere!
Ma non ci mancherò un Cireneo e nemmeno l'affetto di una madre o la pietà di una Veronica, il cammino verso la morte al mondo è la strada della Vita.
Io Sono la Via, la Verità, la Vita! Il passaggio stretto è la Croce, la via è il Calvario anticipazione necessaria alla risurrezzione.
Il Battesimo è crocifissione e morte in attesa della risurrezione, vivere la Via Crucis significa morire con Cristo per essere, con Lui, glorificati.

lunedì 22 febbraio 2010

La santa Quaresima

Nell Evangelo di Domenica scorsa, la prima di quaresima, abbiamo assistito alle tentazioni del Signore nel Deserto.
Soffermiamoci ora brevemente su questa pagina del Vangelo di Luca: Il Signore è stato appena Battezzato da S. Giovanni e la predicazione messianica è giunta al suo inizio.
Il Signore vuole però ritirarsi dal Mondo per ritrovare nella solitudine con il Padre le forze necessarie alla sua missione tra gli uomini.
Il Deserto è il luogo in cui il cuore di Cristo ritrova se stesso nell'incontro col Dio di Abramo che proprio nel deserto aveva manifestato la sua potenza.
Ma nel deserto c'è lo scorpione e il serpente, nel deserto c'è Satana, l'accusatore.
E' questa una pagina tanto cara a chi si occupa di esorcismi e demonologia, ci troviamo innanzi a un corpo a corpo tra Dio e il Male.
La vittoria è fin dal principio in mano a Dio ma non è questo che conta, siamo anche noi nel deserto e la vittoria non è così scontata.
Satana dispone di tre armi: La fame, l'impotenza, l'umiliazione.
Con questi mezzi ci spinge a scegliere il male per avere un contraccambio immediato e materiale. Pane, Potere e ammirazione.
Sono queste le tre tentazioni: dell'Apparire, dell'Avere, del Dominare.
Non si esauriscono nel deserto ma accompagnano il Signore fin sulla croce, ricordate? "Se sei il figlio di Dio, scendi dalla Croce e noi ti crederemo"
No, non gli avremmo creduto, sarebbe stato uno dei tanti santoni, uno di quei dervisci capaci di azioni mirabolanti ma veramente distanti dall'Eternità.
La Beata Eustochio è immago Christi, immagine del Cristo nel senso che ha fatto sua la Parola e custodendola l'ha fatta fruttificare rendendola vera Via verso la salvezza.
Se cerchiamo un uomo, non un dio, capace di soffrire; rivolgiamo il nostro sguardo a Cristo e ai suoi Santi che con eroica virtù hanno contrastato con tutte le loro forze l'istinto carnale che li trascinava verso il basso.
Beata Eustochio, concedi a tutti noi di vivere una quaresima di penitenza attraverso sacrifici quotidiani e preghiere sincere per giungere a una maggior comprensione del mistero Pasquale che è la nostra Salvezza.
Amen.

giovedì 18 febbraio 2010

Diaologo con la Beata Eustochio

Suor Eustochio sedeva in uno sgabello di legno scricchiolante, al suo scrittoio, come ogni giorno a redigere le sue preghiere alla Vergine; la sua mano malferma tracciava segni incerti su di un foglio di pergamena, le bende bianche macchiate di umori che le avvolgevano il polso e le dita strisciavano sul legno, dando origine all'unico timido suono nella cella, insieme allo scricchiolare della penna d'oca.
Il volto non lasciava trasparire quella malinconia che l'assediva da tempo, da quando non riusciva più a vedere davanti agli occhi Cristo eucaristia, ma vedeva i suoi peccati, vedeva se stessa commettere peccati che non avrebbe mai potuto commettere, contro Dio e contro la sua anima.
Appoggiata la penna, mise la mano al petto e premette lì dove una stretta fasciatura le copriva piaghe e ferite, ustioni e tagli: ad ogni tocco, un triste ricordo; un giorno il nemico l'aveva fatta scivolare a terra, e con una forza violenta l'aveva obbligata ad adorare la sua obra proiettata dalla finestra sul pavimento. Ma al suo rifiuto erano comiciate ustioni e battimenti, fino a quando, esanime, perse i sensi.
Suor Eustochio riprese a scrivere, ma dovette smettere ancora: ora era la testa a dolerle, ma non nella pelle, non nelle ossa, ma nella sua mente: sentiva folli bestemmie, parole turpi, voci delle anime dannate, voci che la esortavano ad abbandonare Dio per avere pace e riposo.
Ma Eustochio, forte della sua fede, si girò all'istante, e disse alla conversa alle sue spalle che filava inquietata dalla fama che avvolgeva la suora davanti a lei:
« Ero sereno e Dio mi ha stritolato, mi ha afferrato la nuca e mi ha sfondato il cranio, ha fatto di me il suo bersaglio. I suoi arcieri prendono la mira su di me, senza pietà egli mi trafigge i reni, per terra versa il mio fiele, apre su di me breccia su breccia, infierisce su di me come un generale trionfatore »
Poi, dopo che un urlo ebbe invaso l'aria già pregna di malefici miasmi, e il sole ebbe preso il posto delle tenebre, Suor Eustochio emise un lungo sospiro, sorrise, e guardando l'infinito di Dio, disse ancora:
"Come il fuoco mette alla prova il fuoco, così la tentazione mette alla prova il giusto! Confidiamo sempre in Dio: lui non vuole il male per noi, ma ci ama e ci sostiene sempre!"
Detto questo, Eustochio si lascio andare ad un'estasi lunga fino al tramonto.

sabato 13 febbraio 2010

Te Deum.

Nel giorno della Gloriosa morte della beata, uniamoci ai santi del cielo nel canto dell'inno di Grazie, il Te Deum, espressione somma della gioia Cristiana che sgorga dalla consapevolezza di essere salvi.

Te Deum Laudamus,
Te dominum confitemur
Te aeternum Patrem
omnis terra venerantur.

Tibi Omnes Angeli
Tibi coeli et universe potestates
Tibi Cherubim et Seraphim
incessabili voce proclamant:

Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth
Pleni sunt coeli et Terra
Majestatis Gloriae tuae.
Te gloriosus Apostolorum chorus
Te prophetarum Laudabilis Numerus
Te màrtiryum candidatus
Laudat Exercitus.
Te per orbem terrarum
Sancta confitetur Ecclesia,
Patrem Immensae Majestatis;
Venerandum Tuum Verum et Unicum Filium
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum
Tu, Rex Gloriae, Christe
Tu Patris sempiternus es Filius,
Tu ad liberandum suscepturus Hominem
non horruisti Virginis Uterum
Tu, devicto mortis Aculeo,
aperuisti Credentibus regna
coelorum
Tu ad Dexteram Dei sedes
in Gloria Patris
Iudex crederis esse Venturus.
Te, ergo, quaesumus,
Tuis Famulis subveni
quos pretioso sanguine redimisti.
Aeterna fac
cum sanctis tuis in Gloria numerari
Salvum fac populum tuum, Domine
et benedic hereditati tuae.
Et rege eos
et extolle illos usque in aeternum.
Per singulos dies benedicimus te
et laudamus nomen tumm in seculum,
et in saeculum saeculi.
Dignare, Domine, die isto
sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Miserere nobis!
Fiat Misericordia tua, Domine, super nos
quem ad modum speravimus in te.
in te, Domine, Speravi:
non confundar in aeternum!

La Festa.

Ecco, oggi è giunta l'ora della Letizia, gioiamo esultanti nel ricordo della Nascita al Cielo della Vergine Eustochio, è insieme ai Santi e ai Beati di tutti i tempi e intercede per noi!
Ora si compie il detto dell'Apostolo: Il corpo mortale è finalmente glorificato nei cieli.
Nella notte tra il 12 e il 13 Febbraio il demonio smise definitivamente di tormentare la Beata Eustochio, raccontano le consorelle che si udì come un clangore di metallo sbattuto e un'ombra bestiale fuggì arrampicandosi sulle pareti.
Il drago era vinto e il calcagno di una donna schiacciò il capo all'antico serpente! Alleluja.

venerdì 12 febbraio 2010

La Vigilia

Cari Fratelli e Sorelle, in queste poche ore che ci separano dalla festa della Beata Eustochio gustiamo trepidanti l'attesa del fausto evento a lungo atteso!
Come gli Apostoli riuniti nel cenacolo attesero la pentecoste così noi attendiamo il giorno della Letizia santa che nasce al ricordo della infinita Misericordia di Dio.
Ardano i cuori nostri come candele innanzi alla tomba della nostra Patrona e la preghiera costante risuoni nelle volte cielesti in perenne rendimento di Grazie!
Ecco, tra cori festanti l'anima santa della Beata, dal cielo si sporge un poco per riversare su noi la Grazia di Dio!
Meraviglioso a dirsi ella è partecipe della gloria di Cristo, perchè, come dice la scrittura, quel giorno saremo simili a Lui, glorificati nel nostro corpo reso, finalmente, immortale!
Si, questo misero corpo, proprio questo, risorgerà con Cristo ed in Cristo partecipando della Sua Gloria ma rimanendo mirabilmente distinto dalla sua Essenza pur partecipandovi pienamente.
Il Dies Natalis della Beata ci ricorda che Lei, al di là dello spazio e del tempo, è già glorificata in Cristo ed Egli per mezzo suo è ulteriormente Esaltato.
Chiniamo il capo innanzi al Mistero! In ginocchio davanti al Sommo Artefice del cielo e della terra rendiamogli grazie per averci donato la Beata Eustochio!
Lucrezia Bellini, Beata Eustochio, ascolta la nostra umile voce e accogli la nostra supplica mentre arde nel nostro cuore il desiderio della Patria Eterna!
Questo solo chiediamo: Guidaci a Cristo. Questo solo vogliamo: Mostraci l'amore infinito di Dio.
E' la grazia la sola via di salvezza e ciò ben lo vediamo nella tua vita: vessata da demonio non venne mai meno la tua eroica Fede.
Donaci Fede, Purezza e Libertà.
Liberaci dal Male e dalle reti di peccato intessuteci attorno da questa società malvagia, donaci purezza poichè solo in questa potremo gustare Dio, somma Purezza, donaci Fede nel mistero della Passione e Risurrezione di Cristo perchè è questa la via verso il Cielo.
Amen.

giovedì 11 febbraio 2010

Preghiera per la canonizzazione della Beata

Preghiera alla BEATA EUSTOCHIO per implorare la sua canonizzazione:

"O Potente nostra avvocata, Beata Eustochio,
tu fosti suscitata fra noi da Dio, per essere un luminoso modello di virtù,
soprattutto di straordinaria pazienza.
La tua vita, segnata dalla Croce, ne è prova evidente.
Prega per noi.
Ottienici, ti preghiamo, la grazia di camminare sulla scia
dei tuoi esempi e di considerare le tribolazioni e le sofferenze di questa vita,
come un dono che ci viene dalla mano paterna di Dio, per il nostro vero bene.
Fa' che abbracciamo, a tua imitazione, con pace e fiducia,
le sofferenze della nostra vita, certi di essere un giorno premiati
dal Dio della pazienza e della consolazione.
Sia Egli stesso l'abbondante ricompensa, per quanti si sottomettono
volentieri alle sue amabilissime disposizioni. Amen"

(Pater - Ave - Gloria)

Imprimatur: datum Paduae, 29 - III - 2000, Mons. M. Morellato, Vic. Gen.)

mercoledì 10 febbraio 2010

13 Febbraio, Memoria liturgica della Beata.

Sabato 13 Febbraio 2010 la diocesi e la chiesa di Padova celebrano solennemente il beato transito della vergine benedettina Eustochio.
La santa messa sarà celebrata alla ore 11:00 presso la chiesa di S. Pietro in Padova (in via S. Pietro) Tutti i devoti della Beata sono invitati a prendere parte alla Celebrazione.
Per motivi tecnici in questo periodo la chiesa rimane aperta solo il Giovedì dalle ore 9:00 alle 12:00.

martedì 9 febbraio 2010

Una novena insieme alla Beata

Per le anime dei nostri cari e di coloro che non conosciamo, la Beata intercede presso Dio, affinchè, anche se durante la loro vita si sono macchiate di colpe delle quali ora sono pienamente pentite, possano godere un giorno a piacere di Dio della Luce eterna.
Di seguito la novena da recitarsi con questa intenzione:


NOVENA ALLE ANIME DEL PURGATORIO

1° giorno - Come ben sappiamo, il motivo per cui tante anime soffrono in Purgatorio è per i peccati commessi in vita. La loro sofferenza nasce dalla consapevolezza dell'entità e del numero dei loro peccati.
O Gesù, mio Signore e Salvatore, con il mio peccato anch'io ho spesso meritato l'Inferno e l'idea di essere dannato per l'eternità mi turba profondamente. Ti amo e ti adoro per la tua infinita Misericordia. Mi pento e mi dolgo con tutto il cuore di averti ferito e offeso e propongo di migliorare. Concedimi, o mio Dio, il tuo perdono e la tua grazia. Abbi pietà di me ed abbi pietà dei nostri fratelli del Purgatorio. O Maria, Madre di Dio, dispensatrice di tutte le grazie, Madre dell'eterna pace, vieni in aiuto delle anime del Purgatorio mediante la tua potente intercessione. Gesù, tuo amatissimo figlio e nostro Signore, conceda loro di partecipare alla sua gloria. L'eterno riposo...

2° giorno - Le anime del Purgatorio soffrono pensando al tempo perso in vita e che avrebbero potuto impiegare per guadagnarsi meriti per accedere al Paradiso; non è più possibile, infatti, dopo la morte, acquisire ulteriori meriti.
O Dio onnipotente ed eterno, cosa ho mai fatto nella mia vita per meritarmi il premio eterno? Le cose di questo mondo hanno quasi sempre assorbito i miei sensi e i miei pensieri. Ti ringrazio perché mi concedi altro tempo per riparare al male compiuto e per guadagnarmi meriti per il Paradiso. Mi dolgo con tutto il cuore per essermi allontanato da Te, o Dio di somma bontà. O Gesù, tu hai promesso di abitare con noi per sempre: fa' che nulla conti tanto quanto l'amarti ed il servirti. Abbi pietà di me e dei nostri fratelli del Purgatorio. O Maria, Madre di Dio, piena di grazia, vieni in aiuto alle anime del Purgatorio con la tua potente intercessione. Per mezzo di essa, possa Gesù, il tuo amatissimo Figlio e nostro Signore, concedere loro di partecipare alla sua gloria e alla sua beatitudine. L'eterno riposo...

3° giorno - Grande è l'afflizione delle anime del Purgatorio alla vista spaventosa dei propri peccati che dovranno espiare con sommo dolore in questo luogo di purificazione. Da vivi, infatti, non erano sufficientemente consapevoli dell'entità delle loro colpe che in Purgatorio emergono molto chiare.
O Eterno Padre, Dio Santo ed Onnipotente, Dio Santo ed Immortale, io ti amo e ti adoro sopra ogni cosa poiché Tu sei Misericordia infinita e mi dolgo con tutto il cuore di averti offeso. D'ora in poi intendo adoperarmi in tutti i modi per non allontanarmi più da Te. Donami nuovamente, o mio Dio, la tua grazia. Abbi pietà di me ed abbi pietà dei nostri fratelli del Purgatorio. O Maria, Madre di Dio, piena di grazia, vieni in aiuto alle anime del Purgatorio con la tua potente intercessione. Per mezzo di essa, possa Gesù, il Tuo amatissimo Figlio e nostro Signore, concedere loro di partecipare alla sua gloria ed alla sua beatitudine. L'eterno riposo...

4° giorno - Già da questo momento dobbiamo profondamente affliggerci per aver offeso Dio, eterno amore, così frequentemente. 1 nostri fratelli del Purgatorio riconoscono molto più chiaramente di noi l'infinita bontà di Dio e quindi lo amano con tutte le loro forze. Perciò soffrono pene indescrivibili al solo pensiero di aver offeso un Dio così grande nell'amore; queste pene sono più severe di quelle sofferte sulla terra.
O Dio onnipotente ed eterno, io ti amo sopra ogni cosa poiché sei bontà infinita e mi pento e mi dolgo con tutto il cuore di averti offeso. Propongo di non offenderti mai più. Aiutami a perseverare in ciò da questo momento. Abbi pietà di me ed abbi pietà dei nostri fratelli del Purgatorio. O Maria, Madre di Dio, piena di grazia, vieni in aiuto alle anime del Purgatorio con la tua potente intercessione. Per mezzo di essa, possa Gesù,il tuo amatissimo Figlio e nostro Signore, concedere loro di partecipare alla sua gloria e alla sua beatitudine. L'eterno riposo...

5° giorno - Le anime del Purgatorio ignorano quando le loro sofferenze avranno fine. Sono certe, tuttavia, che un giorno ne verranno sollevate. Tuttavia l'incertezza stessa circa questo termine è per loro fonte di grande angustia.
O Dio infinitamente buono, ti amo sopra ogni cosa e mi dolgo e mi pento con tutto il cuore di averti offeso. Propongo seriamente di darti gioia. Fa' che io riposi, o Dio, nella Tua pace. Eterno Padre, Dio Santo, Dio Santo e Forte, Dio Santo ed Immortale, abbi pietà di me ed abbi pietà dei nostri fratelli del Purgatorio. O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te per protezione. Santa Maria, Vergine Immacolata e Madre di Dio, con la tua potente intercessione vieni in nostro soccorso ed in soccorso dei nostri fratelli del Purgatorio. L'eterno riposo...

6° giorno - Di grande conforto per le anime del Purgatorio è il pensiero della dolorosa Passione di nostro Signore Gesù e del Mistero Eucaristico, poiché sentono di essere state redente dal suo sacrificio e di aver ricevuto, con la S. Comunione da vive, e di continuare a ricevere, attraverso la comunione della Chiesa militante, tantissime grazie. Altrettanto grande è il loro sconforto al pensiero di essere state così indifferenti in vita di fronte a queste due immense prove dell'amore di Gesù per ognuna di loro.
O mio Signore e mio Dio, tu moristi in Croce per me. Quante volte ti donasti a me nell'Ostia consacrata e quante volte ti ricevetti con poca o nessuna gratitudine e come cosa dovutami. Propongo, o mio grande e santo Dio, di non offenderti nuovamente. O mio Salvatore, donami il tuo perdono e il tuo amore. O mio Dio abbi pietà di me e dei miei fratelli che soffrono nella Chiesa purgante. O Maria, Madre di Dio e di tutti gli uomini, con la Tua potente intercessione vieni in aiuto ai nostri fratelli del Purgatorio. L'eterno riposo...

7° giorno - Il dolore immenso che provano le anime del Purgatorio e che noi possiamo alleviare aumenta allorché esse considerano gli atti misericordiosi di Dio. In vita ebbero genitori cristiani, il dono della fede fin da piccoli, insomma tutto e quanto di meglio per ricevere le grazie di Dio. Tutto ciò, ai loro occhi, rende il loro peccato di ingratitudine ancora più grave.
O Dio onnipotente ed eterno, fui anch'io creatura ingrata. Tu mi aspettasti con infinita pazienza e rimettesti i miei peccati ripetutamente. Eppure io, dopo ripetute promesse, continuai ad offenderti. O mio Dio, nostro Padre nei cieli, abbi pietà di me. Mi dolgo e mi pento di averti offeso e ti prometto di riparare le mie colpe. Abbi pietà di me e dei miei fratelli in Purgatorio. Liberali dalla loro colpa e dalla loro condanna. Liberali presto e concedi loro di divenire intercessori per me e per tutte le mie intenzioni. O Maria, nostro aiuto e protezione, vieni in soccorso ai nostri fratelli del Purgatorio con la tua potente intercessione. L'eterno riposo...

8° giorno - Le anime del Purgatorio, che non sono in grado di poter aiutare se stesse, soffrono indicibilmente al pensiero che tanti uomini e donne vivano senza sapere ciò che fanno. Essi trascorrono la propria vita senza mai pensare a Dio, all'eternità e quinidi al perché esistono e, di conseguenza, non sono in grado di prepararsi sin d'ora all'incontro finale con il loro Creatore.
O Dio onnipotente ed eterno, proteggimi da un cuore apatico ed indolente. Aiutami a riconoscere nella mia esistenza i veri valori, a contare i miei giorni e ad avvicinarmi sempre di più a Te fino a verderti, adorarti e lodarti nel tuo regno eterno. O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te per ottenere la tua protezione. Santa Maria, Madre di Dio, portatrice di tutte le grazie, vieni a noi e a tutte le anime del Purgatorio con la tua potente intercessione. L'eterno riposo...

9° giorno - I patimenti delle anime del Purgatorio sono terribili per i ' loro peccati e per la lunga purificazione. Ma di gran lunga il dolore più grande per loro è quello di essere separate da Dio e private della sua vista.
O Dio onnipotente ed eterno, come ho potuto accumulare anni su anni di lontananza dalle tue grazie! Perdonami, mio Signore e mio Dio! Non permettere che io perda nuovamente le grazie che mi hai dato. Ti supplico di concedere le tue grazie e la tua misericordia ai fratelli del Purgatorio. Allevia, ti prego, le loro sofferenze, abbrevia il loro esilio e mostra loro presto la tua beatitudine. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte. O Maria, concepita senza peccato e Madre di Dio, trasmettitrice di tutte le grazie, Regina di tutti i santi, vittoriosa in tutte le battaglie di Dio, vieni in nostro aiuto e in aiuto ai nostri fratelli del Purgatorio con la tua potente intercessione. L'eterno riposo...

lunedì 8 febbraio 2010

Perchè questo blog?

Molti vorranno sapere, almeno ce lo auguriamo, la necessità di questo Blog.
La ragione è presto detta, ci proponiamo di illustrare in modo rigoroso e ortodosso il percorso spirituale e storico della B. Eustochio Bellini onde trasmettere il suo esempio in vista di una possibile, ma aihmè remota, riapertura della Causa di Canonizazione.
In questi tempi di crisi materiale e spirituale, molti desiderano un aiuto, un efficace rimedio, alla presenza maligna nella nostra società; per questo la figura della nostra beata ha conosciuto in tempi recenti una rifiorita devozione.
Ma tutto questo non basta, la ricerca di liberazione deve passare attraverso la Chiesa, ministra della Misericordia, e ogni eccesso devozionale deve essere moderato alla luce della realtà storica dei Fatti, senza per questo scadere nel materialismo.
Vorremmo, e speriamo di mantenere questa promessa a breve, riuscire a pubblicare documenti e immagini inedite relative alla Chiesa di S. Pietro in Padova (dove riposa la Beata), ai miracoli documentati nel corso del XVI-XVII sec.
Vorremmo, insomma, contribuire a definire un profilo umano e agiografico più approfondito di una semplice voce enciclopedica, vissuto giorno per giorno in armonia con la liturgia ma nel rispetto del rigore storico-scientifico.
Invitiamo ogni lettore a esprimersi criticamente nei confronti del nostro operato affinchè il suo contributo, espresso nei limiti della decenza, possa miglirarci a vantaggio di un'informazione coerente e chiara.

sabato 6 febbraio 2010

La preghiera della Beata

Provate per un istante a fidarvi di questa voce che vi guida...
Siamo di fronte all'oscuro proneo della Chiesa di San Pietro a Padova, esili colonne si stagliano con in solita robustezza a sostenere un timpano che fa della struttura un raro esempio di romanico in città.
Entriamo in silenzio e lasciamoci conquistare dall'aria della navata, dall'ampio presbiterio, dall'abside affescato. Piccole finestre, simile a lunghe ed esili feritoie fanno apparire ai nostri occhi tutto ammantato di luce quasi lunare, bianca e invernale. In quella chiesa, sembra sempre calare la Tebaide dello spirto, un senso di intimo raccoglimento nella fredda solitudine. Alla nostra sinistra vi è un'apertura arcuata, nella quale si intravede una cappella, al dilà di una tenda rossa raccolta...entriamo.
La lunga cappella, antica, è tappezzata di lapidi ed ex voto, banchi laterali e quadri. Nulla di tutto questo cattura di più l'attenzione se non l'altare sopra il quale troneggia festante il corpo della Beata, chiuso in una teca di cristallo, esposto alla venerazione di tutti.
Sopra la teca, ecco il dipinto di Lei che, vera discepola di Cristo, schiaccia il Diavolo che la opprime, volgendo con mistica bellezza gli occhi al Creatore, nel chiostro del suo monastero.
Proviamo anche noi una sensazione di forza, proviamo ad affidarci a Cristo anche noi, proviamo a raccoglierci davanti al corpo di colei che è stata tentata e nella vittoria ha acquisito i meriti del Paradiso e gli onori dell'Altare. Con Lei preghiamo Maria, madre nostra, e il Padre, Dio onnipotente e glorioso, affidiamoci con le preghiere allo Spirito Santo che ci infonda la virtù della Fortezza, preghiamo il Cristo Redentore.
E poi, se vogliamo pregare con le parole della Beata, diciamo e ripetiamo insieme:
"Dalle insidie del maligno, liberaci o Signore!"
Poi, preghiamo per intercessione della Beata con queste parole:

Prega per noi Beata Eustochio
Affinché siamo degni delle
Promesse di Cristo

Preghiamo:

Onnipotente Eterno Dio, che rafforzasti la Beata Vergine Eustochio contro le potenze delle tenebre con una ammirevole virtù e una invincibile pazienza, per i suoi meriti e le sue preghiere, concedici, una volta liberati da ogni demoniaca influenza, di servirti con l’animo riposto in Te.
Per Cristo Nostro Signore.
AMEN

(Decreto della Sacra Congregazione dei Riti, il 22 marzo 1760)

giovedì 4 febbraio 2010

L'Acqua Miracolosa

Dio accompagna sempre con segni e prodigi straordinari coloro che esprimono la sua misericordia.
Nel caso della B. Eustochio non ha fatto eccezione, sono infatti moltissime le grazie e i miracoli avvenuti per sua intercessione e documentati in un manoscritto conservato presso la biblioteca capitolare di Padova.
Tra i tanti eventi uno ricopre una particolare importanza: il miracolo dell'acqua.
Questo tipo di manifestazioni è molto frequente in molte vicende agiografiche sin dai primi secoli e perdura tutt'oggi(basti ricordare le celebri apparizioni di Lourdes).
Il segno dell'Acqua è un richiamo forte al Battesimo, alla purificazione e alla Guarigione Spirituale e corporea.
Molti sono i santi associati a simili eventi carismatici, celebre è l'esempio di S. Nicola di Myra (o di Bari) il cui corpo continua a produrre la così detta "Manna", un acqua purissima e cristallina.
Nel caso della beata Eustochio è accaduto qualcosa di simile: Una volte dissotterata per essere esposta presso la chiesa di S. Agostino il sepolcro si riempì d'acqua miracolosa che continuò a sgorgare fino al XIX secolo, quando il monastero venne distrutto e il corpo spostato nella chiesa di S. Pietro dove riposa.
La vasca in cui si raccoglieva l'acqua è ancora conservata in un ambiente non visibile al pubblico retrostante la cappella della Beata.

mercoledì 3 febbraio 2010

Le devozioni più sante.

Qual'è la più efficace e potente preghiera contro la tentazione e il maligno?
La prima delle armi a nostra disposizione è la Santa Messa e l'Adorazione Eucaristica.
Nel Sacrificio incruento dell'altare si rinnova quotidianamente l'effetto benefico della nostra Redenzione.
Perchè l'Eucaristia possa efficacemente provvedere alla nostra santificazione dobbiamo prima accostarci alla S. Confessione, ministero istituito da Cristo stesso e da Dio voluto per manifestare la sua infinita misericordia. Sono inenarrabili i pregi e i guadagni spirituali che derivano da questo Sacramento! Il demonio non pùo mettere radici dove quotidianamente si provvede alla radicale pulizia dei germi maligni.
Dopo i sacramenti sono i sacramentali le armi a nostra protezione, son essi le preghiere, i segni e le cose sante, in primis il santo Rosario, potentissima invocazione per la liberazione e per ottenere ogni grazia.
Tutto il resto, se approvato dalla Chiesa, è cosa utile e buona e viene a vantaggio delle anime nostre.
I sacramentali possono essere pure ottime preparazioni alla ricezione del SS sacramento e per questo è buon'uso prepararsi alla messa meditando sui misteri del S. Rosario armonizzandoli con lo spirito della liturgia del giorno.

Presentazione "La Chiesa di San Pietro in Padova e la Beata Eustochio"

Stabat Mater (Z. Kodaly)