Per segnalazioni di grazie ricevute attraverso l'intercessione della Beata

o per ulteriori informazioni, non esitate a contattare la Diocesi di Padova:

"Diocesi di Padova - Ufficio per le cause dei Santi - postulatore Mons. Pietro Brazzale"

(via Dietro Duomo, 15 - 35139 PADOVA; tel. 0498226111 - fax 049.822615 mail info@diocesipadova.it)

Beata Eustochio

Beata Eustochio
Beata Eustochio, Vergine patavina, Prega per Noi!

sabato 8 maggio 2010

Supplica alla Madonna di Pompei (scritta dal Beato Bartolo Longo)



Supplica alla Madonna di Pompei
(da recitarsi l'8 maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno)

I. - O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl'idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.
Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull'Italia, sull'Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono.
Salve Regina.

II. - È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l'ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l'Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.
Salve Regina.

III. - Che vi costa, o Maria, l'esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si estende fino all'inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.
Voi siete l'Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.
Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c'ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.

Salve Regina.

Chiediamo la benedizione a Maria:

Un'ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l'amore vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti.
Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l'onore del vostro Santuario.
Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al vostro Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d'inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia; a te l'ultimo bacio della vita che si spegne. E l'ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.
Salve Regina.

(vero testo della Supplica scritta dal beato Bartolo Longo)

Madonna di Pompei

L’icona della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei (alta cm 120 e larga cm 100) presenta l’immagine della Madonna in trono con Gesù in braccio; ai suoi piedi, san Domenico e santa Caterina da Siena. La Vergine reca nella mano sinistra la corona del Rosario che porge a santa Caterina, mentre Gesù, poggiato sulla sua gamba destra, la porge a san Domenico. In questo quadro si possono riconoscere tre grandi spazi. Lo spazio in alto, nel quale l’umile ma solenne figura di Maria in trono invita la Chiesa a portarsi verso il mistero della Trinità. Lo spazio in basso è quello della Chiesa, il corpo mistico, la famiglia che ha in Gesù il suo capo, nello Spirito il suo vincolo, in Maria il suo membro eminente e la sua Madre. Lo spazio laterale, rappresentato dagli archi, porta al mondo, alla storia, verso cui la Chiesa ha il debito di essere “sacramento”, offrendo il servizio dell’annuncio evangelico per la costruzione di una degna città dell’uomo. La via che unisce questi spazi è il Rosario, sintesi orante della scrittura, posta quasi come fondamento ai piedi del trono, e consegnato dal Figlio e dalla Madre come via di meditazione e assimilazione del Mistero. Quest’icona fu data a Bartolo Longo da Suor Maria Concetta De Litala, del Convento del Rosariello a Porta Medina di Napoli. La religiosa l’aveva avuta in custodia da padre Alberto Radente, confessore del Beato. Per trasportarlo a Pompei, il Longo l’affidò al carrettiere Angelo Tortora che, avvoltala in un lenzuolo, l’appoggiò su di un carro di letame. Era il 13 novembre 1875, data di nascita della Nuova Pompei, ricordata ogni anno con una giornata di preghiera, durante la quale i fedeli, ammessi alla venerazione diretta del Quadro, affidano alla Vergine le loro speranze. È straordinario vedere come, fin dalle prime ore del mattino, migliaia e migliaia di persone di ogni età, provenienza e ceto sociale, si mettano ordinatamente in fila ed attendano, anche diverse ore e, talvolta, in situazioni climatiche veramente difficili, per stare più vicini alla Madonna ed esprimerle con affetto i loro sentimenti più intimi. Il quadro, però, necessitava di un restauro e fu posto alla venerazione dei fedeli soltanto il 13 febbraio 1876. Nello stesso giorno, a Napoli, avvenne il primo miracolo per intercessione della Madonna di Pompei: la dodicenne Clorinda Lucarelli, giudicata inguaribile dall’illustre prof. Antonio Cardarelli, guarì perfettamente da terribili convulsioni epilettiche. In seguito, Bartolo Longo affidò l’Icona al pittore napoletano Federico Maldarelli per un ulteriore restauro, chiedendogli anche di trasformare l’originaria Santa Rosa in Santa Caterina da Siena. Nel 1965, fu effettuato, al Pontificio Istituto dei Padri Benedettini Olivetani di Roma, un restauro altamente scientifico, durante il quale, sotto i colori sovrapposti nei precedenti interventi, furono scoperti i colori originali che svelarono la mano di un valente artista della scuola di Luca Giordano (XVII secolo). Nello stesso anno, il 23 aprile, il Quadro fu incoronato da Paolo VI nella Basilica di San Pietro. Nel 2000, per il 125° anniversario, il Quadro ha sostato per cinque giorni nel Duomo di Napoli, dove è stato venerato da migliaia di fedeli. Il ritorno a Pompei è stato fatto a piedi, seguendo il tracciato del 1875, con diverse soste nelle città della provincia. Per tutto il giorno centinaia di migliaia di persone hanno affollato il percorso di trenta chilometri che separa Pompei dal capoluogo. Quando, in piena notte, il Quadro è tornato a Pompei, è stato accolto da una città in festa. Il 16 ottobre 2002, il Quadro è tornato a piazza San Pietro, per esplicita richiesta del Papa Giovanni Paolo II, che, accanto alla “bella immagine venerata a Pompei”, ha firmato la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, con la quale ha introdotto i cinque nuovi misteri della luce, ed ha indetto l’Anno del Rosario. Anche durante il suo secondo pellegrinaggio a Pompei, il 7 ottobre 2003, Papa Wojtyla è stato accolto sul palco posto dinanzi alla Basilica dall’icona della Vergine di Pompei, da lui tanto amata.

venerdì 7 maggio 2010

Mese di Maggio 6

Come è stato più volte ribadito, maggio è il mese della Vergine, e con essa, della preghiera con la quale la Chiesa le affida tutte le sue richieste, il Rosario.
Perchè questa preghiera è entrata così in profondità nel cuore degli uomini? Così possiamo riassumere dalla prefazione del testo "Il segreto ammirabile del Rosario" di San Luigi Maria Grignion de Monfort.
Il rosario è innanzitutto definito come una preghiera devozionale, in quanto non viene dedotta, come il Pater Noster, dai testi evangelici, a carattere litanico, ovvero attraverso la ripetizione continuativa della medesima orazione, forma tipica del rito latino della Chiesa cattolica.
La chiesa per tradizione, ne attribuisce la nascita ad un'apparizione della Madonna con la consegna del rosario a San Domenico.
Le sue origini sono tardomedievali: fu introdotto dall'ordine domenicano e diffuso, soprattutto dal Seicento, grazie alla diffusione delle "Confraternite del Santo Rosario", la prima delle quali risale al 1476.
Fu approvata, a nome del Papa, dal Cardinale Alessandro Nanni Malatesta, legato pontificio e Vescovo di Forlì. Non essendo momento della liturgia della Chiesa, questa pratica ha subìto notevoli varianti nel corso dei secoli.
La preghiera consiste in cinque serie di dieci Ave Maria unite alla meditazione dei Misteri (eventi, momenti o episodi significativi) della vita di Cristo e di Maria.
Il nome significa "corona di rose", con riferimento al fiore mariano per eccellenza, simbolo della stessa Ave Maria. La versione integrale della devozione, oggi poco diffusa, prevede la contemplazione di tutti i venti misteri e quindi la recita, tra l'altro, di duecento avemarie (prima dell'aggiunta dei cinque Misteri luminosi, nel 2002, si contavano quindici poste per complessive centocinquanta avemarie).
La Madonna, secondo la mistica apparizione a San Domenico, detta pertanto Vergine del Santo Rosario è venerata nel Pontificio Santuario di Pompei.
La parola "rosario" deriva da un'usanza medioevale che consisteva nel mettere una corona di rose sulle statue della Vergine; queste rose erano simbolo delle preghiere "belle" e "profumate" rivolte a Maria. Così nacque l'idea di utilizzare una collana di grani (la corona) per guidare la meditazione. Nel XIII secolo, i monaci cistercensi elaborarono, a partire da questa collana, una nuova preghiera che chiamarono rosario, dato che la comparavano ad una corona di rose mistiche offerte alla Vergine. Questa devozione fu resa popolare da San Domenico, il quale, secondo la tradizione, ricevette nel 1214 il primo rosario dalla Vergine Maria, nella prima di una serie di apparizioni, come un mezzo per la conversione dei non credenti e dei peccatori. Prima di San Domenico, era pratica comune la recita dei "rosari di Padre Nostro", che richiedevano la recita del Padre Nostro secondo il numero di grani di una collana.
Nel 1571, anno della Battaglia di Lepanto, Papa Pio V chiese alla cristianità di pregare con il rosario per chiedere la liberazione dalla minaccia turco-ottomana. La vittoria della flotta cristiana, avvenuta il 7 ottobre, venne attribuita all'intercessione della Vergine Maria, invocata con il rosario. In seguito a ciò il papa introdusse nel Calendario liturgico la festa della Madonna del Rosario per quello stesso giorno. Sempre nel XVI secolo si ha la fissazione definitiva dell'ultima parte dell'Ave Maria, che nella parte finale aveva numerose varianti locali. Altri personaggi che hanno contribuito alla diffusione di questa preghiera sono il Beato Alano della Rupe con il suo Salterio di Cristo e di Maria del 1478, san Luigi Maria Grignion da Montfort con il suo libro Il segreto ammirabile del Santo Rosario, ed il beato Bartolo Longo (fondatore del Santuario e delle opere di carità di Pompei) considerato l'"Apostolo del Santo Rosario". Un altro impulso si ebbe nei secoli XIX e XX con le apparizioni di Maria a Lourdes e a Fatima.

mercoledì 5 maggio 2010

Mese di Maggio 5

La Vergine Maria nel catechismo della Chiesa Cattolica, alcune riflessioni e spunti di meditazione.
Spesso si parla di Maria senza citare direttamente il parere della Chiesa a riguardo, per questo riteniamo opportuno portare ai lettori qualche estratto dal Catechismo della Chiesa Cattolica, a cui rimandiamo per altri eventuali approfondimenti.
Il Grignon de Montfort ha espresso con straordinario vigore l’importanza di Maria, ma nulla potrà sostituire per efficacia il puro Magistero, via sicura verso la Salvezza.
Ricordate bene, Maria non è Dio, ma Creatura; è degnissima della più grande venerazione, l’iperdulia, ovvero la dedizione totale sino alla consacrazione del devoto, ma non di Adorazione.
L’Adorazione è il culto dovuto a Dio e a Dio solo nelle persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Adorare una Creatura, per quanto perfetta, significa contravvenire al primo comandamento del Popolo di Dio: Non avrai Altro Dio all’infuori di Me. Raccomandiamo prudenza perché sedicenti veggenti ritengono di poter costituire una divinità in Quattro persone, il Padre, la Madre , il Figlio e lo Spirito Santo, ma ciò è eresia, è contrario al magistero della Chiesa e rappresenta una grave deformazione della dottrina ufficiale.
Adorare Maria significa non aver capito il messaggio Cristiano, aggiungere una persona alla Trinità è bestemmia.
Chiariamo ancora meglio quanto detto facendo riferimento ai documenti che meglio di ogni nostro discorso potranno rettamente guidare le coscienze dei figli della Chiesa.
484 L'Annunciazione a Maria inaugura la “pienezza del tempo” (⇒ Gal 4,4), cioè il compimento delle promesse e delle preparazioni. Maria è chiamata a concepire colui nel quale abiterà “corporalmente tutta la pienezza della divinità” (⇒ Col 2,9). La risposta divina al suo “Come è possibile? Non conosco uomo” (⇒ Lc 1,34) è data mediante la potenza dello Spirito: “Lo Spirito Santo scenderà su di te” (⇒ Lc 1,35)
485 La missione dello Spirito Santo è sempre congiunta e ordinata a quella del Figlio [Cf ⇒ Gv 16,14-15 ]. Lo Spirito Santo, che è “Signore e dà la vita”, è mandato a santificare il grembo della Vergine Maria e a fecondarla divinamente, facendo sì che ella concepisca il Figlio eterno del Padre in un'umanità tratta dalla sua.
486 Il Figlio unigenito del Padre, essendo concepito come uomo nel seno della Vergine Maria, è “Cristo”, cioè unto dallo Spirito Santo, [Cf ⇒ Mt 1,20; 486 ⇒ Lc 1,35 ] sin dall'inizio della sua esistenza umana, anche se la sua manifestazione avviene progressivamente: ai pastori, [Cf ⇒ Lc 2,8-20 ] ai magi, [ Cf ⇒ Mt 2,1-12 ] a Giovanni Battista, [Cf ⇒ Gv 1,31-34 ] ai discepoli [Cf ⇒ Gv 2,11 ]. L'intera vita di Gesù Cristo manifesterà dunque “come Dio [lo] consacrò in Spirito Santo e potenza” (⇒ At 10,38).
487 Ciò che la fede cattolica crede riguardo a Maria si fonda su ciò che essa crede riguardo a Cristo, ma quanto insegna su Maria illumina, a sua volta, la sua fede in Cristo.

martedì 4 maggio 2010

Mese di Maggio 4

Come lodare a sufficienza Maria? Di lei lo stesso lutero dovette ammettere che "Numquam satis est", Non si sarà mai detto abbastanza.
Il solo fatto che una Creatura sia divenuta degna di portare nel suo Grembo virginale il Dio degli dei è un evento meraviglioso.
La liturgia ortodossa dice di Lei:" Tu, contenendo nel tuo grembo l'incontenibile, Dio per eccellenza, hai fatto della tua maternità un dono più grande dell'universo."
Ancora di Lei si parla come "Tuttasanta" Panaghia, e Madre di Dio.
La santità di Maria è strettamente legata a quella di Dio. Ricordiamoci che senza Dio Maria non sarebbe nulla.
Ella è come una brace, la sua sostanza non scalda di per sè ma è penetrata fino nei più intimi recessi dallo spirito Santo che la rende la più sacra delle Creature.
Se vogliamo Maria è un Tabernacolo o un preziosissimo ostensorio. Ella porta al mondo il Santissimo e la sua gravidanza illumina di speranza le tenebre della nostra misera esistenza.
Se siamo Sconfortati, ecco, lei è la Stella del Mare, ci guida nella Tempesta della Vita verso l'agognata Meta: La felicità eterna.
La Chiesa riconosce bene la grande varietà di appellativi con cui è possibile chiamare la vergine Santissima, le litanie ne sono il compendio più significativo, e ne esistono di diversi generi.
Le più famose sono quelle Lauretane, composte per la Vergine di Loreto, altre sono quelle Bibliche, quelle Domenicane, quelle Carmelitane e quelle al suo uore Immacolato.
Pregare le litanie è una delle più antiche devozioni alla Vergine, ricordandole le sua opere di misericordia e i suoi meriti.

lunedì 3 maggio 2010

Mese di Maggio 3

La Preghiera del Rosario.
Riportiamo alcune rose dal testo, dell’ormai familiare Luigi Grignon de Montfort, il segreto meraviglioso del S. Rosario.
Se questi spunti troveranno terreno fertile nei Lettori abbiamo la convinzione che non rimarranno senza frutto.
Per esperienza personale possiamo affermare con tranquillità l’efficacia di questa preghiera. La B. Eustochio ne traeva immenso sollievo e la indicava come arma infallibile contro il Maligno.
Esorcisti di chiara fama dicono che nulla il demonio teme quanto il S. Rosario, è una frusta che si abbatte sulla sua schiena costringendolo alla fuga più ignominiosa.
Meditare Cristo con gli occhi di Maria usando le espressioni del Vangelo. Questo è il Rosario, preghiera potente ed efficace, capace di disporre alla contemplazione anche le anime più aride.
“3. A voi, peccatori e peccatrici, uno più peccatore di voi offre questa rosa arrossata dal sangue di Gesù Cristo perché vi adorni e vi salvi.
Empi e peccatori impenitenti gridano continuamente: «Coroniamoci di rose» (Sap 2,8). Anche noi cantiamo: Coroniamoci con le rose del santo Rosario.
Ma quanto sono diverse le loro rose dalle nostre! Le loro sono i piaceri carnali, i vani onori, le ricchezze caduche che presto saranno appassite e corrotte. Le nostre, invece, sono i Padre nostro e le Ave Maria, recitati bene e accompagnati da buone opere di penitenza, e non appassiranno né periranno mai. Tra centomila anni la loro bellezza splenderà come oggi.
Le loro tanto decantate rose hanno solo l'apparenza di rose: in realtà sono spine che pungono con il rimorso durante la vita, che trafiggono con il rimpianto all'ora della morte, che bruciano per tutta l'eternità nell'ira e nella disperazione. Se le nostre rose hanno spine, queste sono spine di Gesù Cristo che egli tramuta in rose. Se le nostre rose pungono, esse pungono solo per qualche istante, unicamente per guarirci dal peccato e per salvarci.
4. Facciamo a gara per coronarci con queste rose del paradiso, recitando ogni giorno un Rosario, cioè tre corone di cinque decine ciascuna come altrettante ghirlande di fiori: 1) per onorare le tre corone di Gesù e di Maria: la corona di grazia di Gesù nell'incarnazione, la sua corona di spine nella passione, la sua corona di gloria in cielo, e la triplice corona che Maria ha ricevuto in cielo dalla SS. Trinità; 2) per ricevere da Gesù e da Maria tre corone: la corona di meriti in questa vita, la corona di pace in morte, la corona di gloria in paradiso.
Se sarete fedeli a recitarlo devotamente fino alla morte, nonostante l'enormità delle vostre colpe, credetemi: «riceverete la corona di gloria che non appassisce» (1 Pt 5,4). Anche se vi trovate sull'orlo dell'abisso o con un piede nell'inferno, se avete perfino venduto l'anima al diavolo come uno stregone o siete un eretico indurito e ostinato come un demonio, presto o tardi vi convertirete e vi salverete. Purché — lo ripeto e notate bene i termini del mio consiglio — diciate devotamente ogni giorno fino alla morte il santo Rosario, per conoscere la verità ed ottenere la contrizione ed il perdono dei vostri peccati. Troverete in questo libro parecchi esempi di grandi peccatori convertiti per mezzo del santo Rosario. Leggeteli e meditateli.”

domenica 2 maggio 2010

Gesù Misericordioso



L’Icona di Gesù Misericordioso e la Liberazione dal Maligno

La Celebre icona di Gesù Misericordioso è ormai molto nota, soprattutto per le straordinarie grazie che attraverso di essa sono state ottenute in tutto il mondo.
Proponiamo una personale analisi dell’immagine sulle considerazioni di S. Faustina Kowalska, suora polacca oggetto delle rivelazioni.
L’Icona presenta il Signore risorto, vestito di un abito candido, le piaghe delle mani e dei piedi sono splendenti e da quella del costato, proprio sopra il cuore, scaturiscono due raggi di luce: uno azzurro ed uno rossastro.


L’interpretazione è, in realtà, molto antica. I padri della chiesa hanno già trovato una spiegazione teologica al sangue e all’acqua sgorgati dal costato di Cristo ( cfr. Giovanni Crisostomo, omelie per il sabato Santo).
Giova riportare il senso mistico di questo evento.
Mentre Adam dormiva nell’Eden, Iddio estrasse una costola dal suo fianco, da essa creò Eva.
Allo stesso modo, nel sonno della morte, il Padre, dal costato del Figlio ( Nuovo Adamo), fece scaturire i segni che caratterizzano la Chiesa, nuova Eva.
I Segni peculiari della Chiesa sono due: L’acqua Battesimale e il Sangue eucaristico.
Senza di essi non è immaginabile la Chiesa come comunità unita dal vincolo dello Spirito Santo.
Gesù è avvolto in un abito Candido, segno di una divinità pienamente rivelata ( viene spontaneo il confronto con le icone della Trasfigurazione.
Dal Buio del mondo e della Morte, si erge una figura luminosa capace di rischiarare le tenebre in atto benedicente.
Perché Gesù vuole che proprio questa immagine sia venerata? È semplice, la Croce ci parla solo della morte, mentre questo quadro ci mostra, accanto ai segni della Passione, la gloria del Risorto, che è l’effettivo fondamento della nostra Fede. Dice l’Apostolo delle Genti: Se non c’è risurrezione, a che vale la mia Fede?
In questo tempo pasquale è importante concentrarsi sul mandato del Risorto, che proprio oggi, V Domenica di Pasqua Anno C, ci invita “ Ad amarci gli uni gli altri come lui ha amato noi”, ricordandoci che proprio da questo gli altri, i non cristiani, ci potranno riconoscere come comunità.

Mese di Maggio 2

Riportiamo alcuni brani tratti dall’opera “ Trattato della devozione alla Vergine” di S. Luigi G. de Monfort.
Questi primi ragionamenti, posti in apertura all’operetta, sono illuminanti ai fini di una maggior comprensione della dottrina mariana.
In primo luogo si vedrà che Maria, rispetto a Dio, somma Potenza, è un nulla. Egli solo, infatti, è colui che è, come si chiama egli stesso parlando a Mosè.
Questo però non significa che la Vergine sia inutile ai fini della Salvezza: se Dio, che è immutabile nelle sue decisioni, ha voluto la collaborazione di Maria per compiere la più grande delle sue opere continuerà a farlo fino alla fine dei tempi.
In più Maria è l’unica, tra tutti i santi dell’antico testamento, ad avere avuto il dono del Salvatore, dice il Santo: ha meritato, e questo fin dalla sua concezione nella mente di Dio, al principio dei tempi.
Non potevamo ricevere direttamente il Salvatore, avevamo bisogno di un mezzo, una scala tra cielo e terra, e questo è proprio Maria, il punto di congiunzione tra il Divino e l’umano.
Ancora più sorprendente il mistero dell’annunciazione, Dio, che può tutto secondo la sua volontà, si inchina davanti a una sua creatura per chiederle collaborazione e consenso. Il Figlio di Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria,questo è il fulcro della riflessione Mariana della Chiesa.
Una Creatura è stata eletta da Dio per portare nel Grembo Virginale il Salvatore.

[14] Con tutta la Chiesa confesso che Maria, essendo una semplice creatura uscita dalle mani dell'Altissimo, paragonata a tale infinita Maestà è meno di un atomo; meglio, è proprio un niente, poiché soltanto lui è Colui che è. Dunque, questo grande Signore, sempre indipendente e sufficiente a se stesso, non ha avuto né ha bisogno in modo assoluto della santissima Vergine per attuare i suoi voleri e per manifestare la sua gloria. Gli basta volere, per fare tutto.
[15] Però affermo che, supposte le cose come sono, avendo voluto cominciare e compiere le sue più grandi opere per mezzo della Vergine Maria fin dal momento in cui l'ha plasmata, bisogna credere che non cambierà metodo nei secoli dei secoli. Egli è Dio e non muta per niente né sentimenti né modo di agire.
[16] Dio Padre ha dato al mondo il suo unico Figlio soltanto per mezzo di Maria. Per quanti sospiri abbiano elevato i patriarchi, per quante richieste abbiano presentato i profeti e i santi dell'antica legge, durante quattromila anni, per avere un simile tesoro, soltanto Maria l'ha meritato ed ha trovato grazia davanti a Dio con la veemenza delle sue preghiere e con la sublimità delle sue virtù. Il mondo - dice sant'Agostino - era indegno di ricevere il Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre. Questi l'ha dato a Maria perché il mondo lo ricevesse per mezzo di lei.
Il Figlio di Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria
.
Dio Spirito Santo ha formato Gesù Cristo in Maria, ma dopo averle chiesto il consenso per mezzo di uno dei primi ministri della sua corte .

sabato 1 maggio 2010

Maggio, il Mese di Maria.

Da molti secoli la Chiesa ha consacrato il mese di Maggio ad una speciale devozione verso la Vergine Ss.
Questo mese può essere un modo di approfondire meglio le proprie conoscenze riguardo il culto della Madre di Dioe e per questo rimandiamo ad una serie di libri di devozione che potranno essere molto utili.
In primo luogo citiamo il celebre trattato di S. Luigi Grignon de Montfort, spesse volte venuto aglio onori delle stampe in quanto amatissimo dal S.D. Giovanni Paolo II.
Ahimè non basta la notorietà, infatti, alla prova dell'evidenza sono ben pochi quelli che hanno voluto accostarsi a pagine così lontane per linguaggi e proposte, ma pure così ricche di tesori spirituali.
In breve il trattatello, in forma d'appunti, spiega perchè onorare Maria non adombra il culto dovuto a Dio, ma piuttosto lo perfeziona.
In secondo luogo il libello si propone di mostrare la necessità assoluta della devozione mariana, e per questo fine ci propone la così detta Consacrazione a Gesù per mezzo di Maria, un secondo "Battesimo" nel cuore immacolato della Vergine.
Che belle parole usa quel Santo! Che accenti ispirati! Invero chi legge quelle righe non può che sentirsi debitore a un uomo che, con le sue poche forze, ha cercato di svelarci un angolino di Cielo!
Ecco, Maria non è contro Gesù, se Gesù è stato il primo, per bocca d'un Angelo, a salutarla con umile devozione, non dovremmo anche noi, col rispetto di figli, invocarla teneramente?
Non c'è contrasto tra il culto a Maria e quello verso Dio, sia chiaro però, il primo è venerazione il secondo Adorazione.
Eppure si può adorare Dio anche attraverso Maria, e meglio che con le sole nostre forze!
Si, quando preghiamo la Vergine adoriamo Dio facendoci scudo coi meriti della sua Santissima Madre, e non c'è preghiera che non venga esaudita sotto un simile patrocinio.
Sono gli eretici, i modernisti, i protestanti, che con la scusa di voler riportare ogni preghiera al Padre strappano alla Vergine quegli onori che nemmeno Dio le ha voluto negare.
Ricordate! Tra tutte le creature Ella sola è senza peccato, Ella sola è pura!
Lo strumento migliore per dimostrarLe la nostra completa devozione è il Rosario, e per questo si rimanda ad un altro opuscolo dello stesso Santo: Il Segreto Meraviglioso del Ss.Rosario.
In quest'operetta, sotto forma di Rose disposte a diecine il Monfort ci fornisce preziosi spunti Meditativi ricavati dalle sue esperienze, dalla Storia, e dalle pie tradizioni.
Che Miracoli, che eventi Sublimi! Chi lo leggerà non potrà fare a meno di stringere a se la corona impaziente, finita la lettura, di recitarla con fervorosi accenti, non una ma più e più volte fino a non avere più forze!
Preghiamo il S. Rosario! Che Aspettiamo? La Vergine ce ne ha raccomandato la pratica molte volte, a Lourdes, a Fatima, a Parigi. Che ci trattiene?
Un santo dei nostri giorni, San Massimiliano Kolbe, diceva che il S. Rosario è la preghiera più efficace per convertire i peccatori e per ottenere grazie innumerevoli.
In questo bel Mese, quando fioriscono le rose e la natura è nel pieno del suo rigoglio prima delle calure estive, prendiamoci un'oretta quotidiana per meditare, procuriamoci una bella immagine della Vergine, magari benedetta; accendiamo una candela e disponiamole intorno qualche fiore; infine prendiamo la Corona e aiutati dalle parole dei Maestri della Fede meditiam sui misteri della Nascita, Morte e Risurrezione di Cristo.
Il rosario non è solo la più eccellente delle preghiere Mariane, esso è anche la più eccellente delle preghiere Cristiane! E nessuno si scandalizzi quando il Monfort dice: "Chi, pur conoscendolo[il Rosario] non lo pratica con fede, può essere certo che questo è un segno di dannazione e di sicura perdizione, viceversa, chi lo pratica è fatto oggetto di una speciale predestinazione alla vita Eterna."
Buon Mese di Maggio a tutti i lettori.

Presentazione "La Chiesa di San Pietro in Padova e la Beata Eustochio"

Stabat Mater (Z. Kodaly)