Per segnalazioni di grazie ricevute attraverso l'intercessione della Beata

o per ulteriori informazioni, non esitate a contattare la Diocesi di Padova:

"Diocesi di Padova - Ufficio per le cause dei Santi - postulatore Mons. Pietro Brazzale"

(via Dietro Duomo, 15 - 35139 PADOVA; tel. 0498226111 - fax 049.822615 mail info@diocesipadova.it)

Beata Eustochio

Beata Eustochio
Beata Eustochio, Vergine patavina, Prega per Noi!

mercoledì 18 agosto 2010

Accettare la sofferenza

“Perché bisogna soffrire? Perché quaggiù l'Amore puro non esiste senza sofferenza”
(Santa Bernardetta Subirous)
Quando il dolore fisico strazia le nostre membra oppure mentre angosce spirituali attanagliano il nostro cuore spesso, anzi quasi sempre, chiediamo a Dio di liberarcene e pensiamo che non solo sia un bene, ma anche giusto farlo.
In fondo il benessere per noi è una garanzia minima, lo stretto indispensabile per andare avanti, e in parte è vero; ma se riduciamo il tutto alla ricerca del benessere, indipendentemente dai mezzi con cui lo perseguiamo, saremo sempre e solo degli edonisti, dei cercatori di piacere in questa vita terrena.
Mi spiego meglio: Se mentre soffriamo cerchiamo conforto in ogni modo e soprattutto attraverso pratiche di liberazione e guarigione, legate a doppio filo con certe nuove correnti di pensiero in seno al cristianesimo stesso, non faremo altro che trattare alla stregua di deità pagane le persone della Trinità! Esculapio s’invocava nell’isola Tiberina contro il male, in Grecia era Asclepio che, in forma di serpente, presiedeva al medesimo compito.
Ma ricordiamo, la religione pagana era legata a questa vita terrena poiché, salvo alcune correnti legate ai culti misterici di matrice orfico-pitagorica, non si prendeva nemmeno in considerazione un aldilà ben definito, e ricordo che gli inferi Virgiliani e Omerici non sono che l’eco remota di tradizioni che avevano scarso seguito o come minimo erano seguite col beneficio del dubbio, se vogliamo riassumere la questione con una considerazione icastica nel mondo antico tutti erano praticanti ma i “credenti” erano ben pochi, al punto che il Cristianesimo, salvo le resistenze da parte delle autorità, prese ben presto il posto dei formalismi dei Gentili.
Ora, la Fede della Chiesa ci insegna che
-L’anima nostra è immortale
- La vita di chi crede è eterna
- questa vita non è che un attimo verso l’eterno e nell’eterno
Da queste chiare ma imprescindibili premesse ne deriva che:
La vita non è cominciata quando siamo venuti al mondo ma è da sempre ( per definizione l’eterno non ha limiti né al principio né alla fine) dunque siamo in una fase di passaggio, siamo incamminati verso la vetta che è Cristo. Ricordate bene: “ Chi cerca la propria Vita la perderà” infatti, la vita terrena, paradossalmente, è negazione di quella divina in Cristo al punto che L’Apostolo più volte ha occasione di fare notare come l’uomo vecchio debba morire in Cristo per rinascere nuovamente in Lui.
Sebbene il disprezzo del mondo e le relative pratiche ascetiche siano state mitigate in termini pratici non ne viene meno la sostanza: La vita dell’uomo è come un soffio quella che conta è la vita dell’anima, al punto che S. Francesco, che pure esaltava il creato, dice
Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male
Opponendo alla buona morte del corpo quella tremenda dello spirito, la morte secunda ( qui secunda si presta a duplice interpretazione cioè nel senso di secondo cioè dopo la prima in termini cronologici, ovvero secunda nel senso di infausta, ma al di là della lettera il senso non cambia)
Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36Proprio come sta scritto:
Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello.
37Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. 38Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, 39né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. ( Ep ad Romanos 9, 35-39)

Ecco un brano veramente significativo che vorrei condividere con tutti, infonde nel nostro cuore il coraggio dei martiri che sentendo sul loro collo il fiato dei leoni cantavano inni di ringraziamento piangendo di Gioia come spose e sposi vicini al congiungimento con l’amore della loro vita.
Ricordo Ignazio di Antiochia, Vescovo e Martire, certo egli non ha chiesto di essere guarito ma con ardore ha desiderato fare della sua esistenza un olocausto gradito a Dio, e dopo di lui sono innumerevoli i Santi martiri che fino ai nostri giorni hanno testimoniato il Cristo nel loro Sangue.
Non è forse tradire la fede in Dio rifiutare la sofferenza? Non è forse un controsenso ricordare il sacrificio di tanti Santi quando il nostro unico desiderio è essere liberati da quella stessa sofferenza che ha reso loro Grandi?
Anche i santi non martiri hanno fatto della loro vita un’offerta, morendo non una ma mille volte, ogni giorno.
Alcuni hanno confortato coloro che dovevano confortarli e del letto di ospedale hanno fatto un altare.
Guardiamo con diffidenza chi usa la religione per guarire il corpo e accettiamo di buon grado la corona di Spine con cui Dio stesso ha cinto il capo del suo figlio diletto, se l’avremo saremo tra gli eletti poiché condividere anche in minima parte la sorte del Cristo non è disgrazia ma gioia indicibile.

lunedì 16 agosto 2010

Ma a che punto si trova la causa della Beata Eustochio?

"I nostri dubbi sono dei traditori che ci fanno spesso perdere quei beni che pur potremmo ottenere, soltanto perché non abbiamo il coraggio di tentare."
Il drammaturgo e grande poeta Shakespeare ci viene in soccorso per spiegare a voi, lettori, per spiegare a che punto si trovi il processo di canonizzazione della Beata Eustochio.
Quella del tentare è proprio la disposizione d'animo che deve assumere costantemente il postulatore diocesano, Mons. Pietro Brazzale, il quale, più di una volta a noi collaboratori della postulazione ha avuto modo di dire che quella riguardante la nostra amata Eustochio è una causa non senza difficoltà di percorso.
Il primo a voler discernere gli elementi a favore e contro la sua canonizzazione, come il Tribunale delle Cause dei Santi d'altra parte, è prorpio la sequela di devoti che affollano ogni terzo giovedì del mese la cappella della Beata, insieme a Mons. Sante Babbolin, esorcista incaricato dalla Diocesi e guida del gruppo di preghiera del "Rinnovamento dello Spirito".
Lucrezia Bellini fu dichiarata beata tra 1760 eil 1767 da Clemente XIII, il veneziano vescovo di Padova che tanto nel cuore aveva alcune figure della città anche quando raggiunse la sua residenza papale.
Le virtù eroiche o i miracoli attribuiti ad Eustochio erano tante, la complessità di un processo canonico era tale da impedire a molte personalità eccellenti nella santità di vedersi riconosciute tali. La scienza medica al servizio delle cause dei santi oggi sono esponenzialmente più severe.
Lucrezia Bellini, monaca benedettina, secondo la tradizione posseduta, secondo le valutazioni mediche preda di una degenerazione isterica, ma secondo un parere moderno della postulazione entrambi gli aspetti coesistono come l'esteriorizzazione fenomenica di un malessere spirtituale interiore.
Il punto sul qule l'opinione pubblica del mondo ecclesiastico, tanto padovano quanto universale, tanto dibatte è l'esigenza oggi di vedere proclamata santa una donna dalla dubbia ricostruzione storica e spirituale, la cui causa è stata accelerata dalla presenza sul soglio pontificio di un vescovo padovano (non dimenticheremo ad onor del vero la quantità di santi polacchi canonizzati da papa Giovanni Paolo II, risalenti all'XI-XII secolo, con la presunzione di poterne ricostruire la figura storica e religiosa, come la regina Edwige o la regina Cunegonda).
La domanda è "Cosa può dire ancora la Beata Eustochio? Come può illuminarci?". Difficile inoltrarsi nell'universo nascosto dello studio della demonologia in ambito cristiano, non ne abbiamo le competenze nè è queto il fine (rimandiamo alla bibliografia di Mons. Babbolin).
Noi una risposta l'abbiamo, ma non vogliamo renderla nota ora: se avete delle risposte, voi tutti devoti a questa figura, inviatecela presso infoeustochio@libero.it, e le pubblicheremo!

Presentazione "La Chiesa di San Pietro in Padova e la Beata Eustochio"

Stabat Mater (Z. Kodaly)