Per segnalazioni di grazie ricevute attraverso l'intercessione della Beata

o per ulteriori informazioni, non esitate a contattare la Diocesi di Padova:

"Diocesi di Padova - Ufficio per le cause dei Santi - postulatore Mons. Pietro Brazzale"

(via Dietro Duomo, 15 - 35139 PADOVA; tel. 0498226111 - fax 049.822615 mail info@diocesipadova.it)

Beata Eustochio

Beata Eustochio
Beata Eustochio, Vergine patavina, Prega per Noi!

giovedì 18 luglio 2013

Mons. Sante Babolin, esorcista ufficiale della Diocesi di Padova

Vogliamo ricordare che l'unico incaricato a praticare esorcirsmi dalla Diocesi di Padova tra il clero diocesano è mons. Sante Babolin. Ogni sacerdote può pregare per la liberazione dal male, in quanto ministro della Chiesa: attraverso la preghiera, la Parola, la riconciliazione amministrata nel sacramento del perdono, la partecipazione ai sacramenti. 
Ma sopratutto, ogni cristiano può pregare e "bene-dire" (dire bene, ovvero pregare per qualcuno davanti al Signore) un fratello.
Ogni caso, ACCURATAMENTE VERIFICATO DA CHI NE HA LA COMPETENZA, sia psicologica che spirituale, va sottoposto a chi ha ricevuto il ministero dalle mani del Vescovo, legittimo successore degli apostoli. 
DIFFIDATE DA SACERDOTI ERRABONDI CHE PRATICANO ESORCISMI, MAGARI LUCRANDO DENARO, APPROFITTANDO DELL'INGENUITA' DI ALCUNI PARROCI O ISTITUTI CHE LI ACCOLGONO.
SE AVETE QUALCHE DUBBIO CIRCA LA LORO AUTENTICITA', RIVOLGETEVI URGENTEMENTE ALLE AUTORITA' DIOCESANE!!!

Di seguito un'articolo in cui si parla anche dl nostro don Sante: 
 
di Alessandra Turrisi, Avvenire 25.2.11
  
Accompagnare, ascoltare, consigliare chi è affetto da disagio dell’anima. È questo il compito degli esorcisti: guide spirituali, capaci di cogliere la sofferenza e trasformarla in strumento di salvezza. Ma per farlo con competenza, è necessario avere una conoscenza approfondita non solo della teologia, ma delle nuove proposte pseudo religiose ed esoteriche che giungono da ogni parte del mondo, della complessità dei disturbi psichici, per non cadere nell’ingenuità o nell’inganno. E, se non si è sicuri nel discernimento dei casi di presunta presenza del Maligno, occorre farsi aiutare da medici specialistici, vicini alle cose di Dio, che sappiano sgombrare il campo da errori. In sintesi, serve una maggiore collaborazione tra esorcisti e psichiatri per raggiungere l’obiettivo ultimo che è il benessere dell’uomo. È questa la chiave di lettura del settimo incontro di formazione regionale per esorcisti, dedicato ai «Disagi dell’anima e terapia esorcistica», in corso alla Casa del fanciullo di Bagheria, alle porte di Palermo. Un momento di confronto fondamentale per i 20 sacerdoti esorcisti delle diocesi siciliane, che quotidianamente ascoltano storie e sofferenze di uomini e donne e cercano di discernere quando la causa è un’azione straordinaria del Maligno.

A organizzare l’incontro di quattro giorni è fra’ Benigno Palilla, frate minore rinnovato alla guida del Centro pastorale Giovanni Paolo II, voluto dalla Conferenza episcopale siciliana (Cesi) proprio per la cura di chi svolge questo delicato ministero. Prevista anche la presenza del cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo e del suo ausiliare Carmelo Cuttitta, di Salvatore Pappalardo arcivescovo di Siracusa, delegato della Cesi per la Liturgia e Salvatore Muratore vescovo di Nicosia, delegato per la Catechesi. «L’azione del maligno sul piano straordinario è la punta dell’iceberg – spiega fra’ Benigno –. C’è un’azione più massiccia che è la tentazione, che cerca di separare l’uomo da Dio. Il nostro compito non è quello di fare i distributori di esorcismi, ma di essere guide spirituali».

Ci sono volte, però, in cui il confine tra possessione diabolica e malattia psichiatrica non è chiaro. Allora risulta importantissima la collaborazione fra esorcisti e medici specialisti. Fra’ Benigno ha costituito un’équipe nel centro diagnostico psico-spirituale nella diocesi di Monreale, con due medici, uno psicopatologo forense, una pedagogista e una psicologa. Una collaborazione tra scienza e fede che hanno messo in atto anche due dei relatori invitati al corso, monsignor Sante Babolin, esorcista della diocesi di Padova e Carmelo Miola, psichiatra dell’Ulss 16 di Padova. «La dimensione del benessere umano – spiega Miola – comprende anche la sfera spirituale. Io stesso ho inviato persone a monsignor Babolin. Come terapia preventiva ho dato loro solo un po’ di tranquillante, ma è di un sacerdote che avevano bisogno». 

Ma occorre una presa di coscienza sia del mondo ecclesiale che di quello scientifico. L’indebolimento generalizzato della fede in Cristo rischia «di aggravare quei disagi dell’anima che talvolta sembrano infettare intere famiglie – aggiunge monsignor Babolin –. In questa situazione, le persone sono più vulnerabili e più esposte a frustrazioni e sofferenze, mentre i disagi dell’anima crescono in forma esponenziale e diventano più complessi». Una situazione di debolezza che vivono anche i giovanissimi, «che soffrono per la latitanza e l’indifferenza del mondo adulto» sottolinea Monica Lazzaretto, docente ed esperta di formazione. Questo suggerisce «la presenza di un nuovo ministero – rilancia Babolin –, che riesca ad accompagnare le persone con disagi dell’anima, all’interno della pastorale per la salute. Il sacerdote offrirà consolazione a coloro che soffrono per conflitti di natura spirituale, mentre il medico accompagnerà coloro che soffrono disagio per conflitti di natura fisica, psichica e relazionale». «Il nostro sogno – dice fra’ Benigno – è quello di estendere a tutte le diocesi la formazione per i sacerdoti, come abbiamo già fatto ad Agrigento. Il mondo del demoniaco è ancora un tabù, invece noi, nella pastorale ordinaria, ci incontriamo col problema. Non dobbiamo dimenticare che il mandato di Gesù è di annunciare, guarire e scacciare i demoni».

Per una donna cinquantenne ci sono voluti dieci anni di esorcismi, preghiere di liberazione, sofferenze terribili nel corpo. Quest’anno ha celebrato i suoi 25 anni di matrimonio senza scappare davanti al crocifisso, riuscendo a ricevere la Comunione e manifestando tranquillità con i suoi cari. Per una ragazza di vent’anni, invece, sono bastati otto esorcismi: all’inizio più persone dovevano tenerla ferma, ma le bestemmie e gli sputi non riuscivano a frenarli. Adesso la giovane va alla preghiera con i suoi piedi, prova gioia e il suo viso è diventato luminoso. Per un’altra donna di 35 anni, ancora in cura, l’unico sollievo dalle continue vessazione del Maligno è derivato da un perentorio ordine dell’esorcista: «In nome di Gesù, domani non devi disturbarla». È sorprendente cosa può succedere a chi viene posseduto dal demonio, ma non sempre è semplice riuscire a discernere una vera presenza del Maligno. I primi a non voler vedere il diavolo ovunque sono proprio gli esorcisti, «sono meno del 2% i casi veri» dicono e lo dimostrano rivolgendosi a medici esperti per essere aiutati. 

Fra’ Benigno Palilla ha costituito un’équipe nel centro diagnostico psico-spirituale nella diocesi di Monreale, con due medici, uno psicopatologo forense, una pedagogista e una psicologa. Insieme hanno affrontato una decina di casi difficili e in otto di questi anche i medici hanno dovuto ammettere che si trattava di possessione. «Quando non ci vedo chiaro, convoco l’équipe e insieme affrontiamo il caso – racconta –. Incontriamo la persona, ciascuno fa le proprie domande mirate e tutti partecipiamo al rito dell’esorcismo. Perché è fondamentale che anche psichiatri e psicologi vedano le reazioni che avvengono durante l’esorcismo, a volte sono proprio quelle che fanno propendere per un’ipotesi piuttosto che per un’altra. Poi la persona va via e noi decidiamo quale terapia avviare». E così, per esempio tre sorelle che sembravano vessate dal diavolo, in realtà si suggestionavano vicendevolmente, quindi la strategia migliore era quella di farle vivere separate per un po’. 

Monsignor Sante Babolin, a Padova, in quattro anni ha ascoltato 593 persone e ne ha inviato 91 dallo psichiatra, «di cui più di venti hanno raggiunto una completa guarigione – dice –. Il popolo di Dio ha bisogno di questo servizio, l’alternativa è data dai maghi, dai guaritori. Lo strumento principale è la Parola di Dio, che illumina le menti, risana i cuori spezzati e, talvolta, guarisce anche da infermità psichiche e fisiche».

mercoledì 8 dicembre 2010

L'Avvento tempo di Grazia e Conversione.

Fratelli, oggi si è celebrata l'immacolata concezione della Beata Vergine Maria, potete star certi che le numerose richieste di preghiera giunteci tramite posta sono state messe nelle mani della Madonna ed ella non verrà meno alle sue promesse!
Che gioia sapere che in Cielo abbiamo una madre santa e immacolata che stravede per i suoi figli! E ne abbiamo davvero bisogno! Maria è una donna, come tante altre, ma in Lei noi tutti abbiamo ricevuto la Speranza di essere "immacolati". Ella per Grazia fu preservata da ogni macchia di peccato, noi dopo di Lei beneficiamo dello stesso dono in virtù della morte redentrice del Signore. Maria era del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo prima ancora di venire al mondo, noi siamo di Dio mediante la fede ricevuta nel battesimo. Grande Dono, grande segno per il mondo! Sovente si parla della santità e dei molti privilegi accordati alla vergine Maria, ma questo serve a poco, si proprio così: mettere su di un piedistallo Maria è un modo per allontanarla da noi! Come giova poter capire che Maria fu donna come le altre capace di amare e soffrire, e davvero l'ha fatto molto! Ai piedi della Croce Maria acquista una dignità incomparabile, di vera discepola! Ella non è madre tanto nella carne quanto piuttosto nello Spirito! Lei ascolta la parola e la conserva nel cuore mettendola in pratica, è un ostensorio vivo della grazia amorevole del Padre. Maria, Donna dell'Avvento, aiutaci a purificare il nostro cuore per generare il Salvatore delle nostre anime, egli verrà, come rugiada, a posarsi sulle nostre aridità, permettici di accoglierlo consapevolmente! Vieni Emmanuele e liberaci dalle schiavitù del peccato e della morte donandoci la Parola che rende liberi. Che Iddio benedica chi opera secondo la sua volontà!

sabato 16 ottobre 2010

Un po' di chiarezza: i sacramentali nella Chiesa Cattolica

(dal Catechismo della Chiesa Cattolica - www.vatican.va)

PARTE SECONDA
LA CELEBRAZIONE DEL MISTERO CRISTIANO

SEZIONE SECONDA
«I SETTE SACRAMENTI DELLA CHIESA»

CAPITOLO QUARTO
LE ALTRE CELEBRAZIONI LITURGICHE

ARTICOLO 1
I SACRAMENTALI

1667 « La santa Madre Chiesa ha istituito i sacramentali. Questi sono segni sacri per mezzo dei quali, con una certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l'effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie circostanze della vita ». 326

I tratti caratteristici dei sacramentali

1668 Essi sono istituiti dalla Chiesa per la santificazione di alcuni ministeri ecclesiastici, di alcuni stati di vita, di circostanze molto varie della vita cristiana, così come dell'uso di cose utili all'uomo. Secondo le decisioni pastorali dei Vescovi, possono anche rispondere ai bisogni, alla cultura e alla storia propri del popolo cristiano di una regione o di un'epoca. Comportano sempre una preghiera, spesso accompagnata da un determinato segno, come l'imposizione della mano, il segno della croce, l'aspersione con l'acqua benedetta (che richiama il Battesimo).

1669 Essi derivano dal sacerdozio battesimale: ogni battezzato è chiamato ad essere una benedizione 327 e a benedire. 328 Per questo anche i laici possono presiedere alcune benedizioni; 329 più una benedizione riguarda la vita ecclesiale e sacramentale, più la sua presidenza è riservata al ministro ordinato (Vescovo, presbiteri o diaconi). 330

1670 I sacramentali non conferiscono la grazia dello Spirito Santo alla maniera dei sacramenti; però mediante la preghiera della Chiesa preparano a ricevere la grazia e dispongono a cooperare con essa. « Ai fedeli ben disposti è dato di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia divina che fluisce dal mistero pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo, mistero dal quale derivano la loro efficacia tutti i sacramenti e i sacramentali; e così ogni uso onesto delle cose materiali può essere indirizzato alla santificazione dell'uomo e alla lode di Dio ». 331

Le varie forme di sacramentali

1671 Fra i sacramentali ci sono innanzi tutto le benedizioni (di persone, della mensa, di oggetti, di luoghi). Ogni benedizione è lode di Dio e preghiera per ottenere i suoi doni. In Cristo, i cristiani sono benedetti da Dio Padre « con ogni benedizione spirituale » (Ef 1,3). Per questo la Chiesa impartisce la benedizione invocando il nome di Gesù, e facendo normalmente il santo segno della croce di Cristo.

1672 Alcune benedizioni hanno una portata duratura: hanno per effetto di consacrare persone a Dio e di riservare oggetti e luoghi all'uso liturgico. Fra quelle che sono destinate a persone – da non confondere con l'ordinazione sacramentale – figurano la benedizione dell'abate o dell'abbadessa di un monastero, la consacrazione delle vergini e delle vedove, il rito della professione religiosa e le benedizioni per alcuni ministeri ecclesiastici (lettori, accoliti, catechisti, ecc). Come esempio delle benedizioni che riguardano oggetti, si può segnalare la dedicazione o la benedizione di una chiesa o di un altare, la benedizione degli olii santi, dei vasi e delle vesti sacre, delle campane, ecc.

1673 Quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l'influenza del maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo. Gesù l'ha praticato; 332 è da lui che la Chiesa deriva il potere e il compito di esorcizzare. 333 In una forma semplice, l'esorcismo è praticato durante la celebrazione del Battesimo. L'esorcismo solenne, chiamato « grande esorcismo », può essere praticato solo da un presbitero e con il permesso del Vescovo. In ciò bisogna procedere con prudenza, osservando rigorosamente le norme stabilite dalla Chiesa. 334 L'esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dall'influenza demoniaca, e ciò mediante l'autorità spirituale che Gesù ha affidato alla sua Chiesa. Molto diverso è il caso di malattie, soprattutto psichiche, la cui cura rientra nel campo della scienza medica. È importante, quindi, accertarsi, prima di celebrare l'esorcismo, che si tratti di una presenza del maligno e non di una malattia.

La religiosità popolare

1674 Oltre che della liturgia dei sacramenti e dei sacramentali, la catechesi deve tener conto delle forme della pietà dei fedeli e della religiosità popolare. Il senso religioso del popolo cristiano, in ogni tempo, ha trovato la sua espressione nelle varie forme di pietà che accompagnano la vita sacramentale della Chiesa, quali la venerazione delle reliquie, le visite ai santuari, i pellegrinaggi, le processioni, la « via crucis », le danze religiose, il Rosario, le medaglie, ecc. 335

1675 Queste espressioni sono un prolungamento della vita liturgica della Chiesa, ma non la sostituiscono: « Bisogna che tali esercizi, tenuto conto dei tempi liturgici, siano ordinati in modo da essere in armonia con la sacra liturgia, derivino in qualche modo da essa, e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano ». 336

1676 È necessario un discernimento pastorale per sostenere e favorire la religiosità popolare e, all'occorrenza, per purificare e rettificare il senso religioso che sta alla base di tali devozioni e per far progredire nella conoscenza del mistero di Cristo. Il loro esercizio è sottomesso alla cura e al giudizio dei Vescovi e alle norme generali della Chiesa. 337

« La religiosità popolare, nell'essenziale, è un insieme di valori che, con saggezza cristiana, risponde ai grandi interrogativi dell'esistenza. Il buon senso popolare cattolico è fatto di capacità di sintesi per l'esistenza. È così che esso unisce, in modo creativo, il divino e l'umano, Cristo e Maria, lo spirito e il corpo, la comunione e l'istituzione, la persona e la comunità, la fede e la patria, l'intelligenza e il sentimento. Questa saggezza è un umanesimo cristiano che afferma radicalmente la dignità di ogni essere in quanto figlio di Dio, instaura una fraternità fondamentale, insegna a porsi in armonia con la natura e anche a comprendere il lavoro, e offre motivazioni per vivere nella gioia e nella serenità, pur in mezzo alle traversie dell'esistenza. Questa saggezza è anche, per il popolo, un principio di discernimento, un istinto evangelico che gli fa spontaneamente percepire quando il Vangelo è al primo posto nella Chiesa, o quando esso è svuotato del suo contenuto e soffocato da altri interessi ». 338

In sintesi

1677 Si chiamano sacramentali i sacri segni istituiti dalla Chiesa il cui scopo è di preparare gli uomini a ricevere il frutto dei sacramenti e di santificare le varie circostanze della vita.

1678 Fra i sacramentali, le benedizioni occupano un posto importante. Esse comportano ad un tempo la lode di Dio per le sue opere e i suoi doni, e l'intercessione della Chiesa affinché gli uomini possano usare i doni di Dio secondo lo spirito del Vangelo.

1679 Oltre che della liturgia, la vita cristiana si nutre di varie forme di pietà popolare, radicate nelle diverse culture. Pur vigilando per illuminarle con la luce della fede, la Chiesa favorisce le forme di religiosità popolare, che esprimono un istinto evangelico e una saggezza umana e arricchiscono la vita cristiana.


(326) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 60: AAS 56 (1964) 116; cf CIC canone 1166; CCEO canone 867.

(327) Cf Gn 12,2.

(328) Cf Lc 6,28; Rm 12,14; 1 Pt 3,9.

(329) Cf Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 79: AAS 56 (1964) 120; cf CIC canone 1168.

(330) Cf Benedizionale, Premesse generali, 16 e 18 (Libreria Editrice Vaticana 1992) p. 26. 14-15.

(331) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 61: AAS 56 (1964) 116-117.

(332) Cf Mc 1,25-26.

(333) Cf Mc 3,15; 6,7.13; 16,17.

(334) Cf CIC canone 1172.

(335) Cf Concilio di Nicea II, Definitio de sacris imaginibus: DS 601; Ibid.: DS 603; Concilio di Trento, Sess. 25a, Decretum de invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum, et sacris imaginibus: DS 1822.

(336) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 13: AAS 56 (1964) 103.

(337) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae, 54: AAS 71 (1979) 1321-1322.

(338) III Conferencia General del Episcopado Latinoamericano, Puebla. La Evangelización en el presente y en el futuro de América Latina, 448 (Bogotá 1979) p. 131; cf Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 48: AAS 68 (1976) 37-38.

mercoledì 6 ottobre 2010

Messa nella Chiesa di S. Pietro nel mese di Ottobre 2010

La S. Messa presieduta da Don. Sante Babbolin si terrà presso la Chiesa di S. Pietro alle ore 16:30 di Giovedì 21 Ottobre, sarà preceduta dalla recita del S. Rosario alle ore 16:00.
Comunichiamo inoltre che la chiesa rimane aperta il Giovedì mattina dalle ore 9:30 alle 12:30 ogni settimana.

giovedì 30 settembre 2010

Messe di Liberazione e Guarigione celebrate da don Sante Babbolin

Con il presente post intendiamo mettere a conoscenza i lettori del nostro Blog della possibilità di partecipare ogni terzo Giovedì del mese alle ore 17.00 alla S. Messa celebrata dal noto esorcista e teologo don Sante Babbolin presso la Chiesa di S. Pietro in Padova dove è venerato il corpo della B. Eustochio.
Un Sacerdote sarà presente per amministrare il Sacramento della Riconciliazione ai fedeli che desiderano accostarsi alla S. Comunione durante la Celebrazione.
La S. Messa sarà preceduta dalla recita del S. Rosario e durante la celebrazione si pregherà per gli ammalati e coloro che ritengono di essere afflitti da diaboliche tentazioni ed ossessioni.
Data la gravità della questione invitiamo chiunque lo desideri e ne senta la necessità a parlare di simili disturbi prima con il proprio parroco e in seguito, sentitone il parere, con un sacerdote espressamente incaricato del ministero dell'Esorcisma. ( N.B. in virtù del sacramento dell'ordine ogni presbitero è investito della funzione di esorcista ma in alcuni casi si delega il compito a religiosi più esperti e preparati onde evitare spiacevoli incomprensioni)
Certo la protezzione della B. Eustochio è molto valida e potente contro gli assalti infernali, le ossessioni, le possessioni e le tentazioni diaboliche.
Dall'esperienza personale di molti esorcisti si evince la grande capacità liberatoria e apotropaica svolta dalla B. Eustochio, specialmente nelle vicinanze della sua tomba dove, a detta di un sacerdote, l'esorcisma acquista un valore ancora più grande ed un'efficacia straordinaria.
La B. Eustochio ci fornisce le armi contro il Male: Fede, Preghiera e carità, tutto il resto è nelle mani di Dio e dobbiamo essere certi che Lui non permetterà che nessuno dei suoi figli vada perduto.
Amen.

mercoledì 18 agosto 2010

Accettare la sofferenza

“Perché bisogna soffrire? Perché quaggiù l'Amore puro non esiste senza sofferenza”
(Santa Bernardetta Subirous)
Quando il dolore fisico strazia le nostre membra oppure mentre angosce spirituali attanagliano il nostro cuore spesso, anzi quasi sempre, chiediamo a Dio di liberarcene e pensiamo che non solo sia un bene, ma anche giusto farlo.
In fondo il benessere per noi è una garanzia minima, lo stretto indispensabile per andare avanti, e in parte è vero; ma se riduciamo il tutto alla ricerca del benessere, indipendentemente dai mezzi con cui lo perseguiamo, saremo sempre e solo degli edonisti, dei cercatori di piacere in questa vita terrena.
Mi spiego meglio: Se mentre soffriamo cerchiamo conforto in ogni modo e soprattutto attraverso pratiche di liberazione e guarigione, legate a doppio filo con certe nuove correnti di pensiero in seno al cristianesimo stesso, non faremo altro che trattare alla stregua di deità pagane le persone della Trinità! Esculapio s’invocava nell’isola Tiberina contro il male, in Grecia era Asclepio che, in forma di serpente, presiedeva al medesimo compito.
Ma ricordiamo, la religione pagana era legata a questa vita terrena poiché, salvo alcune correnti legate ai culti misterici di matrice orfico-pitagorica, non si prendeva nemmeno in considerazione un aldilà ben definito, e ricordo che gli inferi Virgiliani e Omerici non sono che l’eco remota di tradizioni che avevano scarso seguito o come minimo erano seguite col beneficio del dubbio, se vogliamo riassumere la questione con una considerazione icastica nel mondo antico tutti erano praticanti ma i “credenti” erano ben pochi, al punto che il Cristianesimo, salvo le resistenze da parte delle autorità, prese ben presto il posto dei formalismi dei Gentili.
Ora, la Fede della Chiesa ci insegna che
-L’anima nostra è immortale
- La vita di chi crede è eterna
- questa vita non è che un attimo verso l’eterno e nell’eterno
Da queste chiare ma imprescindibili premesse ne deriva che:
La vita non è cominciata quando siamo venuti al mondo ma è da sempre ( per definizione l’eterno non ha limiti né al principio né alla fine) dunque siamo in una fase di passaggio, siamo incamminati verso la vetta che è Cristo. Ricordate bene: “ Chi cerca la propria Vita la perderà” infatti, la vita terrena, paradossalmente, è negazione di quella divina in Cristo al punto che L’Apostolo più volte ha occasione di fare notare come l’uomo vecchio debba morire in Cristo per rinascere nuovamente in Lui.
Sebbene il disprezzo del mondo e le relative pratiche ascetiche siano state mitigate in termini pratici non ne viene meno la sostanza: La vita dell’uomo è come un soffio quella che conta è la vita dell’anima, al punto che S. Francesco, che pure esaltava il creato, dice
Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male
Opponendo alla buona morte del corpo quella tremenda dello spirito, la morte secunda ( qui secunda si presta a duplice interpretazione cioè nel senso di secondo cioè dopo la prima in termini cronologici, ovvero secunda nel senso di infausta, ma al di là della lettera il senso non cambia)
Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36Proprio come sta scritto:
Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello.
37Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. 38Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, 39né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. ( Ep ad Romanos 9, 35-39)

Ecco un brano veramente significativo che vorrei condividere con tutti, infonde nel nostro cuore il coraggio dei martiri che sentendo sul loro collo il fiato dei leoni cantavano inni di ringraziamento piangendo di Gioia come spose e sposi vicini al congiungimento con l’amore della loro vita.
Ricordo Ignazio di Antiochia, Vescovo e Martire, certo egli non ha chiesto di essere guarito ma con ardore ha desiderato fare della sua esistenza un olocausto gradito a Dio, e dopo di lui sono innumerevoli i Santi martiri che fino ai nostri giorni hanno testimoniato il Cristo nel loro Sangue.
Non è forse tradire la fede in Dio rifiutare la sofferenza? Non è forse un controsenso ricordare il sacrificio di tanti Santi quando il nostro unico desiderio è essere liberati da quella stessa sofferenza che ha reso loro Grandi?
Anche i santi non martiri hanno fatto della loro vita un’offerta, morendo non una ma mille volte, ogni giorno.
Alcuni hanno confortato coloro che dovevano confortarli e del letto di ospedale hanno fatto un altare.
Guardiamo con diffidenza chi usa la religione per guarire il corpo e accettiamo di buon grado la corona di Spine con cui Dio stesso ha cinto il capo del suo figlio diletto, se l’avremo saremo tra gli eletti poiché condividere anche in minima parte la sorte del Cristo non è disgrazia ma gioia indicibile.

lunedì 16 agosto 2010

Ma a che punto si trova la causa della Beata Eustochio?

"I nostri dubbi sono dei traditori che ci fanno spesso perdere quei beni che pur potremmo ottenere, soltanto perché non abbiamo il coraggio di tentare."
Il drammaturgo e grande poeta Shakespeare ci viene in soccorso per spiegare a voi, lettori, per spiegare a che punto si trovi il processo di canonizzazione della Beata Eustochio.
Quella del tentare è proprio la disposizione d'animo che deve assumere costantemente il postulatore diocesano, Mons. Pietro Brazzale, il quale, più di una volta a noi collaboratori della postulazione ha avuto modo di dire che quella riguardante la nostra amata Eustochio è una causa non senza difficoltà di percorso.
Il primo a voler discernere gli elementi a favore e contro la sua canonizzazione, come il Tribunale delle Cause dei Santi d'altra parte, è prorpio la sequela di devoti che affollano ogni terzo giovedì del mese la cappella della Beata, insieme a Mons. Sante Babbolin, esorcista incaricato dalla Diocesi e guida del gruppo di preghiera del "Rinnovamento dello Spirito".
Lucrezia Bellini fu dichiarata beata tra 1760 eil 1767 da Clemente XIII, il veneziano vescovo di Padova che tanto nel cuore aveva alcune figure della città anche quando raggiunse la sua residenza papale.
Le virtù eroiche o i miracoli attribuiti ad Eustochio erano tante, la complessità di un processo canonico era tale da impedire a molte personalità eccellenti nella santità di vedersi riconosciute tali. La scienza medica al servizio delle cause dei santi oggi sono esponenzialmente più severe.
Lucrezia Bellini, monaca benedettina, secondo la tradizione posseduta, secondo le valutazioni mediche preda di una degenerazione isterica, ma secondo un parere moderno della postulazione entrambi gli aspetti coesistono come l'esteriorizzazione fenomenica di un malessere spirtituale interiore.
Il punto sul qule l'opinione pubblica del mondo ecclesiastico, tanto padovano quanto universale, tanto dibatte è l'esigenza oggi di vedere proclamata santa una donna dalla dubbia ricostruzione storica e spirituale, la cui causa è stata accelerata dalla presenza sul soglio pontificio di un vescovo padovano (non dimenticheremo ad onor del vero la quantità di santi polacchi canonizzati da papa Giovanni Paolo II, risalenti all'XI-XII secolo, con la presunzione di poterne ricostruire la figura storica e religiosa, come la regina Edwige o la regina Cunegonda).
La domanda è "Cosa può dire ancora la Beata Eustochio? Come può illuminarci?". Difficile inoltrarsi nell'universo nascosto dello studio della demonologia in ambito cristiano, non ne abbiamo le competenze nè è queto il fine (rimandiamo alla bibliografia di Mons. Babbolin).
Noi una risposta l'abbiamo, ma non vogliamo renderla nota ora: se avete delle risposte, voi tutti devoti a questa figura, inviatecela presso infoeustochio@libero.it, e le pubblicheremo!

Presentazione "La Chiesa di San Pietro in Padova e la Beata Eustochio"

Stabat Mater (Z. Kodaly)